Il Rieti tra ultime speranze e rimpianti: “Ma non chiamateci venduti”

Un pari pesantissimo, che fa dire praticamente addio alla Lega Pro. Finisce a reti bianche la sfida dello “Scopigno” tra il Rieti e il Muravera, 0-0; un testa-coda che non genera né vincitori, né vinti, ma che in chiave-classifica rende più ai sardi, che non agli amarantocelesti, ora a -3 dall’Arzachena capolista e a -2 dal Monterosi, con Ostia Mare e L’Aquila che dalle retrovie premono.

Per il primo posto si può sperare in uno spareggio, mentre per i playoff la cosa migliore sarebbe almeno conquistare la seconda piazza per giocare in casa. Playoff che, è bene ricordare, danno solo punti in più in chiave ripescaggio.

Una partita dai due volti, Rieti-Muravera: bloccata e carica di tatticismi nel primo tempo, emozionante ed incredibile nella ripresa, quando il Rieti crea almeno otto nitide palle-gol, sbaglia un rigore con Marcheggiani al 60?, sfiora il palo con Valeri, poi manca clamorosamente il gol-partita con Camilli che a porta completamente vuota – dopo il miracolo di Arrus su Tirelli – spedisce la sfera sopra la traversa.

Finisce nel silenzio di uno stadio incredulo e le lacrime dei giocatori che, consapevoli delle vittorie di Arzachena (2-1 all’Avezzano) e Monterosi (3-0 al Latte Dolce), prendono coscienza del fatto che ora la strada che porta alla Lega Pro si fa maledettamente complicata. Per l’aritmetica tutto è ancora possibile, ma per rimontare le due battistrada servirà una serie di incastri. Domenica prossima il Rieti a Sassari contro il Latte Dolce senza Di Bari e Biondi; Monterosi vincente a tavolino con Foligno e Arzachena contro la Nuorese.

Patron Riccardo Curci: “Tutti i sogni che avevo credo che si siano cancellati con la partita di oggi (ieri, ndr). Ci ho provato, più di così non potevo davvero fare: se ripenso alle tante occasioni perse, mi viene da piangere. Da Foligno a Latte Dolce, da Trestina ad Avezzano, senza parlare di Muravera e Lanusei, sinceramente non mi capacito di quanto sta accadendo intorno a me. Per farla breve: abbiamo regalato un campionato o, se volete, lo abbiamo buttato via malamente”.

Il pensiero di Curci poi, si sofferma ai genitori di Andrea Balloni (“a loro le più sentite condoglianze”), poi trattiene a stento l’amarezza per ciò che da giorni si dice in città e cioè che il Rieti non vuole salire in Lega Pro: “Fa male a me e alla mia famiglia sentire certe cose – dice col capo chino – e non è giusto nei confronti dei ragazzi, che anche oggi hanno dato tutto. Sicuramente abbiamo commesso troppi errori nelle giornate precedenti e la partita odierna forse è l’emblema, il riassunto di tutta la stagione. Siamo passati dal +4 di un mese fa al -3 odierno: un punto nelle ultime tre gare casalinghe è troppo poco per una squadra che mira in alto. Pago i miei errori, paghiamo i nostri errori, ma sentire gente che dagli spalti ti grida “venduti” è umanamente desolante. Se mi rimprovero qualcosa? Col senno del poi è facile parlare, forse a dicembre avrei potuto fare altre scelte, ma in questo momento conta poco: solo con la panchina saremmo arrivati tra le prime sette del girone e invece con ogni probabilità non riusciamo a centrare la vittoria: colpa mia”.

Mister Fabrizio Paris: “Credo poco alla sfortuna perché alla fine della stagione tutto si compensa – dice – abbiamo creato un’infinità di occasioni, ma purtroppo non è entrata. Vuoi per bravura del portiere, vuoi per errori nostri, ma tant’è. Dai numeri si evince che creiamo molto, ma concretizziamo poco: il calcio è fatto da tanti fattori e vorrei ricordare che i punti li portano tutti, ognuno nel suo ruolo, non solo giocatori e staff. Oggi peraltro è la dimostrazione che non sono le punte a fare la differenza: ne avevamo quattro e abbiamo fatto zero a zero. Il campionato per me non è ancora andato perché fino a quando ci sono le possibilità bisogna crederci. Paradossalmente possiamo ancora arrivare tutte e tre allo stesso punteggio quindi bisogna provarci. I rigoristi? Non li decido io, ma direttamente i ragazzi al momento che viene assegnato: se Francesco si è sentito di tirarlo probabilmente stava nelle condizioni di farlo, ma il rigore equivale ad un’azione, puoi realizzarlo oppure no”. Foto: Emiliano GRILLOTTI ©

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