Ciacci, a Messina chiesto il rinvio a giudizio per il presidente di Asm Rieti: “Fiducia nella magistratura”

Per l’attuale presidente Asm di Rieti, Alessio Ciacci, è stato chiesto il rinvio a giudizio per alcuni fatti riguardanti l’epoca in cui era commissario di Messinambiente. Ciacci era indagato per le sue eccessive remunerazioni. Della vicenda si occupa la Procura di Messina.

LA DIFESA DI CIACCI

In merito alla vicenda riguardante il suo rinvio a giudizio, il presidente di Asm Rieti, Alessio Ciacci, rilascia questa dichiarazione: “Ho totale fiducia nella magistratura e nel fatto di poter fare chiarezza. Nel marzo 2014 sono stato chiamato a Messina dal Sindaco Accorinti ad occuparmi dell’azienda comunale Messinambiente che, dal 2012, versava in stato di liquidazione, con diverse inchieste in corso e una scarsa attenzione di tutte le precedenti gestioni aziendali al rispetto delle procedure imposte dalla legge”.

“Fin da prima di accettare – aggiunge Ciacci – il pesante fardello ho così condiviso con l’Amministrazione comunale, un progetto di risanamento, da costruire in diversi step gestionali, per uscire dall’emergenza rifiuti, normalizzare la gestione aziendale e del servizio, avviare esperienze di raccolta differenziata. Per farlo nella maniera professionale, ho elaborato un bando (la prima volta che succedeva in azienalda) rivolto alle professionalità di alcune specifiche tematiche (progettazione ) su cui sono stati selezionati i CV per alcune collaborazioni indispensabili per uscire dall’approssimazione con cui fino ad allora l’azienda aveva lavorato”.

“Grazie a un’attività ferrea e imparziale, già nei primi mesi, abbiamo tagliato costi per quasi tre milioni di euro, tolto diversi quantitativi di materiale alle discariche recuperando finanziamenti e automezzi dal Comieco, ridotto straordinari, esteso il porta a porta agli alberghi di Taormina (con una media del 75%), raddoppiato la raccolta differenziata a Messina, evitata l’emergenza rifiuti per oltre un anno e riorganizzato l’azienda affidando i servizi alle aziende migliori del territorio e internalizzandone altri” aggiunge.

“Nonostante questi primi risultati, mi viene da subito contestata dal Dirigente comunale del settore Partecipate la remunerazione a cui ero soggetto, passando da quella prevista per contratto  a 36 mila Euro lordi annui. Meno degli amministratori che avevano portato la società in liquidazione e senza alcun rimborso di vitto e alloggio, arrivando così a percepire 1500 euro al mese, a cui togliere i costi di vitto e alloggio in Sicilia” dice Ciacci.

“Ogni mese, quindi, mi sobbarcavo questo incarico di grande responsabilità per un compenso finale inferiore ai 1000 Euro in assoluto ero il meno retribuito in azienda. Cittadini e associazioni si offrivano a rotazione di ospitarmi aiutandomi anche in iniziative di sensibilizzazione. Il percorso di normalizzazione realizzato nell’azienda in pochi mesi converte il sistema degli acquisti da quello precedente, riferito alle aziende private, a quello delle aziende pubbliche, causando così lo stralcio di alcuni importanti appalti. Le indagini all’interno e all’esterno dell’azienda portano ad alcuni arresti tra cui il precedente liquidatore. A dispetto di questo percorso di normalizzazione dell’azienda, vengo chiamato settimanalmente, a rispondere di gravi criticità nelle commissioni comunali. In particolare, i più assidui consiglieri comunali che ogni settimana, in virtù di un loro mandato “ispettivo”,  richiedevano materiali (gravando sull’attività dell’azienda), risultano oggi inquisiti in Gettonopoli –  link link  –  scandalo emerso per l’abitudine di firmare i verbali di riunione senza partecipare (loro) alle attività previste dal Consiglio Comunale”.

“Una delle collaborazioni effettuate durante il mio mandato è stato oggetto di denuncia. Riguarda la società uninominale Re-Sources, fondata da Raphael Rossi a novembre del 2014, a cui assegno una collaborazione a dicembre 2014. La procura ha inteso, come atto sicuramente dovuto in seguito ad una denuncia di una istituzione, aprire una indagine a riguardo che mi vede coinvolto e che si incentra sulle procedure effettuate a monte di quell’incarico. La mia collaborazione con le istituzioni e la magistratura è massima e sono sicuro che avremo modo di chiarire ogni passaggio e di escludere la presenza di possibili reati” scrive Ciacci.

“In particolare – conclude – si contesta che la società uninominale Re-Sources non avesse esperienza nel settore, in realtà si trattava di una società intestata a Raphael Rossi, uno dei maggiori esperti di aziende di igiene ambientale in Italia. Mi sono sempre sentito al servizio delle istituzioni, non degli appetiti personali che ho sempre combattuto con risultati e numeri che parlano da soli, affronto questo nuovo episodio con fiducia e determinazione, consapevole si tratti della dimostrazione che c’è ancora molto lavoro da fare per restituire queste aziende alla collettività. Tra le molte cose vissute nell’anno trascorso in Sicilia non è certo questa quella che più mi sorprende. Nelle condizioni in cui sono stato costretto ad operare e con le continue denunce ricevute per l’opera di pulizia effettuata in azienda, capisco che alcuna di queste potesse avere un seguito di questo tipo. Da amministratore pubblico il mio impegno verso la trasparenza continua e si rafforza proprio alla luce di questa circostanza”. Foto (archivio) RietiLife ©

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