Accumoli e la lotta per il recupero immediato dei beni artistici: “Non possiamo perdere la nostra identità”

Il comitato civico Radici Accumolesi ha lanciato l’ennesimo appello alle autorità affinché prendano una volta per tutte in seria considerazione la messa in sicurezza dei siti storici del Comune di Accumoli.

«Le persone sono amareggiate dal fatto che a poco a poco stanno scomparendo i segni distintivi, sia civili che religiosi, della nostra comunità», ha detto Renzo Colucci, presidente del Comitato, «i pochissimi simboli del nostro passato ancora rimasti in piedi, come la torre civica ed il Palazzetto del Podestà, sono ancora privi di sicurezza e non si hanno notizie rassicuranti circa la loro sistemazione».

«Altro capitolo», ha proseguito Colucci, «la messa in sicurezza delle chiese di Accumoli e frazioni e il recupero delle opere d’arte in esse custodite. Negli uffici della Dicomac ho notato, mio malgrado, che le “risposte” sono legate all’impotenza dovuta alle moltissime chiese bisognose di salvaguardia (tutto il cratere ne conta circa 3.700) e alla difficoltà di dettare le priorità. Alla distruzione totale in cui versa il nostro territorio, alla difficoltà di ricostruire il patrimonio immobiliare e soprattutto alla difficoltà di rigenerare i tessuti sociale e produttivo, non può aggiungersi anche la cancellazione dei simboli della nostra comunità».

«Perdere ora le ultime testimonianze del nostro passato», ha concluso il presidente di Radici Accumolesi, «significherebbe perdere la nostra identità e le nostre radici storiche. Sarebbe un colpo mortale per il nostro futuro, da cui difficilmente il nostro territorio uscirà indenne». Foto (archivio) RietiLife ©

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