L’Epifania di Amatrice ricca di tradizione passa per il rito della Ciambella del Bambino

(di Sabrina Vecchi) La “Pasquella”, ovvero l’Epifania, ad Amatrice è sempre stata una ricorrenza molto sentita. Il nome della tradizione deriva dall’espressione “Pasqua Epifania”, poiché secondo l’usanza, tutte le più importanti festività venivano abitualmente definite “Pasqua”.

Inoltre, l’Epifania amatriciana, come in alcune altre zone del centro Italia, comprende anche il tipico canto di questua di origine contadina, eseguito per l’occasione da gruppi popolari, accompagnati da strumenti musicali, richiedendo cibo e vino, con l’augurio di buona sorte per l’anno venturo, fertilità dei terreni e delle giovani spose.

Assieme al canto della Pasquella ad Amatrice non c’era 6 gennaio trascorso senza la distribuzione della Ciambella del Bambino, un’antichissima tradizione legata alla Confraternita del Bambin Gesù, le cui origini costitutive si perdono nella notte dei tempi. Gli scopi principali della Confraternita erano di solidarietà e ‘mutuo soccorso’ tra i confratelli. Per sovvenzionare queste opere veniva scelta, ogni anno, una tra le famiglie più ricche di Amatrice che, sostenendo tutte le spese per la produzione delle ciambelle, permetteva che il ricavato ottenuto dalla loro distribuzione potesse confluire nelle casse sociali della Confraternita.

Negli ultimi 50-60 anni, venuto meno lo scopo di mutuo soccorso, il ricavato della distribuzione della Ciambella del Bambino è destinato ad opere sociali e a lavori di ristrutturazione di alcune chiese di Amatrice. Una volta preparate, le ciambelle venivano benedette e distribuite ai confratelli, incluso quello incaricato della produzione per l’anno successivo.

Domani, nonostante il paese sia stato travolto e sconvolto dal violento terremoto del 24 agosto, la tradizione non si perderà, e il giorno dell’Epifania, dopo la messa delle 16.00 celebrata dal parroco Don Savino D’Amelio, la “Ciambella del Bambino”, pur in forma ridotta ed essenziale, sarà regolarmente distribuita, ed il compito toccherà al confratello Claudio Bizzoni. E se volete unirvi idealmente anche voi alla comunità amatriciana, condividerne la storia e manifestare il vostro affetto alle popolazioni sofferenti, potete farla anche voi a casa, questa è la ricetta.

  1. COSA OCCORRE (DOSI PER UNA CIAMBELLA)

1 uovo intero;? 25 gr. di zucchero; ? mezzo bicchiere di latte; ? una noce di margarina; ? una noce di strutto; ? farina q.b.; ? semi di anice q.b.; ? 1?4 di bicchiere di liquore di anice; ? 1?4 di bicchiere di Mistrà; ? 1 pizzico di lievito in polvere.

  1. PROCEDIMENTO

Unire uova e zucchero e montare per bene il composto. Aggiungere lo strutto, la margarina, il sale, il latte, poi l’anice in semi e in liquore, e il Mistrà. Unire al composto, poca alla volta, la farina e alla fine aggiungere il lievito. Portare l’impasto ad una consistenza morbida. Dare all’impasto la forma di una ciambella ed eseguire sopra la stessa dei piccoli tagli, nei quali si deve porre dello zucchero.

  1. COTTURA

Infornare la ciambella in un forno preriscaldato con temperatura di circa 110- 115°, e cuocere per 10 minuti circa.

Il rito vuole che la ciambella venga baciata prima di essere mangiata.

Foto (archivio) RietiLife ©

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