Coldiretti: “Con decreto salvi 3300 posti di lavoro nelle zone terremotate”

Il decreto crea le condizioni per salvare i 3300 posti di lavoro a rischio nelle campagne terremotate che si contraddistinguono per un’elevata densità di aziende agricole che sono oltre 7 ogni 100 abitanti, ben al di sopra della media nazionale che si ferma a 2,7.

Lo dice Coldiretti nel commentare i contenuti del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri che prevede un importante impegno a sostegno delle attività agricole e di allevamento insediate nei comuni colpiti dal terremoto dello scorso agosto. Dai finanziamenti agevolati per la riparazione, ricostruzione e ripristino degli immobili a uso produttivo ai contributi per i danni alle scorte e ai macchinari di lavoro sono – sottolinea la Coldiretti – alcune delle misure per il settore contenute nel provvedimento che prevede anche l’accollo allo Stato del cofinanziamento regionale dei Piani di Sviluppo Rurale per i prossimi tre anni per consentire il mantenimento e lo sviluppo dell’attività agricola nei territori colpiti dal sisma.

Positiva – aggiunge Coldiretti – anche la sospensione dei contributi previdenziali e la sospensione dei termini di versamento tributari. Le aziende agricole censite dall’Istat nell’area del cratere – precisa la Coldiretti – sono 1894, di cui quasi il 35% (pari a 658 aziende) in Umbria, seguiti dalle Marche (582), Abruzzo con 372 e dal Lazio con 282 aziende nella provincia reatina, delle quali 181 (le più danneggiate) ad Amatrice. La maggior parte delle aziende sono di tipo familiare condotte direttamente dal coltivatore (91,9%) mentre sotto il profilo dell’orientamento produttivo – sottolinea la Coldiretti – emerge che la percentuale maggiore di superfice agricola utilizzata è destinata a prati permanenti e pascoli a conferma del deciso e preponderante indirizzo verso le attività zootecniche.

“Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e al rischio dello spopolamento” ha commentato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare la necessità che “la ricostruzione proceda di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”.

Foto (archivio) RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email