L’INTERVISTA – Niccolò Fabi a Rieti per solidarietà: “La natura non è un kamikaze, l’uomo la rispetti”

whatsapp-image-2016-09-24-at-10-17-44(di Sabrina Vecchi) “Terra mé”. Una serata musicale piena di entusiasmo e di energia ad un mese dal terremoto del 24 agosto, guest stars Tosca e Niccolò Fabi. È quella che ha voluto organizzare per la sua terra – terra mé, appunto – stravolta dal sisma il giovane cantautore reatino Carlo Valente insieme ai colleghi ed ai docenti dell’Officina Pasolini di Roma. Strapieno di persone accorse per il concerto di beneficenza il giardino dell’ex ospizio Manni ai Pozzi, storico quartiere centrale reatino. In un angolo del Be’er Sheva di via dei Pozzi, bicchiere di vino in una mano e piatto di amatriciana (con bis) nell’altra, Niccolò Fabi si concede a RietiLife per un’intervista prima del live.

“In questo mese non avevo mai partecipato ad eventi di beneficenza, ho scelto questo perché me lo sentivo addosso, e naturalmente non potevo che rispondere all’invito di Carlo con cui ho trascorso tante sere a parlare di musica nella nostra scuola” dice Fabi

Quali sono le “piccole cose” che danno il nome al tuo ultimo album?

“Mah, non stavo pensando a situazioni particolari, le piccole cose di cui parlo stanno a significare che qualsiasi cosa, qualsiasi impresa, necessita di una serie di passi intermedi per arrivare alla sua conclusione, tutti fondamentali per la sua riuscita. Ogni stazione, ogni frazione, ogni nostro gesto è dunque importante a prescindere dal risultato finale. Come questa sera. È una piccola cosa, ma significativa”.

Decisamente inconsueta la scelta di metterti in discussione come docente di una scuola di musica dopo il trionfale tour con Max Gazzè e Daniele Silvestri…

“Infatti io non sono consueto! Innanzitutto volevo sentirmi sempre attento e vigile ed inoltre la condizione del cantante cosiddetto “di successo” non é affatto adatta per scrivere buone canzoni, ne puoi scrivere una, poi annoi…”

Parlaci del tuo ultimo lavoro, com’è nato?

“Dopo il successo del “trio” sapevo che l’attenzione su di me si sarebbe impennata per cui mi sono concesso il lusso di far ascoltare un mio lavoro composto da libertà creativa e voglia di verità. Una cosa che forse qualche anno fa non sarebbe interessata a nessuno. Non mi aspettavo andasse così bene, non avevo mai ricevuto così tante critiche positive, poi il grande affetto dei fans, e quella cosa speciale che è il Premio Tenco…ne sono molto felice”.

Come hai vissuto la tragedia del terremoto di un mese fa?

“Oltre agli affetti perduti, mi soffermo sul valore della casa. Quando si perde in quel modo la propria casa si perde inevitabilmente anche un pezzo della propria identità, è difficile sentirsi degli uomini felici senza una casa. Ma la natura non è cattiva, non è un kamikaze che per scelta si fa esplodere in mezzo alla folla, la natura “è” e basta. E l’uomo dovrebbe finalmente imparare a portarle più rispetto senza stravolgere le sue leggi”.

Foto: PARDI ©

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