Accorpamento tribunali Rieti-Terni, Pastorelli presenta un’interrogazione al Ministro della Giustizia Orlando

“Sono più che comprensibili le preoccupazioni dei cittadini sull’eventuale accorpamento del tribunale di Rieti con quello di Terni per consentire alla Corte di Appello di Perugia di proseguire la propria attività. La provincia reatina, infatti, ha già visto la soppressione della sezione distaccata di Poggio Mirteto, oltre alla dismissione degli uffici dei giudici di pace di Amatrice, Rocca Sinibalda e Cittaducale. Il territorio è stato quindi fortemente penalizzato, creando forti disagi agli utenti e ai professionisti del settore”. Così Oreste Pastorelli, deputato reatino del Psi. “Per questi motivi – prosegue il parlamentare socialista – ho presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia per chiedere di mantenere i presidi giudiziari di Rieti e Terni o quantomeno di valutare l’opportunità di una soluzione alternativa che non lasci i territori ed i cittadini sforniti di un presidio di giustizia”.

Il testo dell’interrogazione del deputato Pastorelli, presentata insieme a Locatelli e Lo Monte.

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

 

Premesso che:

con i decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012 si è dato il via a un piano di riordino degli uffici giudiziari sul territorio nazionale, con la soppressione di 30 tribunali, 38 procure, 220 sedi distaccate e 674 uffici del giudice di pace;

il 30 giugno 2015, al termine del Consiglio dei ministri, il Presidente del Consiglio e il Ministro della giustizia presentavano in conferenza stampa i 12 punti da cui partire per la riforma del sistema giudiziario italiano, tra i quali, al punto 11, «misure per l’ulteriore razionalizzazione della geografia giudiziaria»;

come si legge sul sito dello stesso Ministero: «La riforma della geografia giudiziaria del 2012 ha soppresso 30 tribunali e i corrispondenti uffici di Procura, ma ha dovuto realizzarsi negli angusti confini della legge di delega originaria[…]. Pertanto, occorre por mano al necessario superamento di quelle condizioni e, dunque: a) abbandonare la regola che ha imposto di mantenere almeno tre tribunali per ogni distretto di corte di appello; b) rimuovere il divieto di soppressione dei tribunali con sede nei capoluoghi di provincia, a prescindere dalla conformità ad altri parametri funzionali.»;

a breve dunque  il Governo dovrebbe adottare un decreto che, come quelli del 2012, prevederà nuovi ed ulteriori tagli alla geografia giudiziaria: saranno ridotte le corti di appello e i tribunali primo grado;

infatti lo scorso 16 marzo 2016 la Commissione di studio incaricata di predisporre uno schema di riforma dell’ordinamento giudiziario ha elaborato una bozza del provvedimento, che poi verrà discusso e approvato dal Consiglio dei ministri, dove si evidenziano le nuove ipotesi di sviluppo del processo di revisione della geografia giudiziaria attraverso una riorganizzazione della distribuzione sul territorio delle corti di appello e delle procure generali presso le corti di appello, dei tribunali ordinati e delle procure della repubblica;

nel testo della delega all’art. 1 si legge testualmente che:  “1. Il Governo, al fine di incrementare l’efficienza del sistema giudiziario e di realizzare la specializzazione delle funzioni e risparmi di spesa, è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio dei distretti di Corte di appello e delle relative Procure generali, con l’osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi: a) ridurre, mediante attribuzione di circondari o porzioni di circondari di tribunali appartenenti a distretti limitrofi, il numero delle Corti di appello esistenti, secondo i criteri oggettivi dell’indice delle sopravvenienze, dei carichi di lavoro, del numero degli abitanti e dell’estensione del territorio, tenendo comunque conto della specificità territoriale del bacino di utenza, della situazione infrastrutturale e del tasso d’impatto della criminalità organizzata; b) sopprimere le sezioni distaccate delle Corti di appello ovvero ridurne il numero anche mediante accorpamento alle corti di appello limitrofe, nel rispetto dei criteri di cui alla lettera a; c) ridefinire l’assetto ordinamentale e organizzativo degli uffici di Procura generale presso la Corte di appello e delle corrispondenti funzioni del Pubblico Ministero, nonché la possibilità di accorpare più uffici di Procura generale indipendentemente dall’accorpamento del corrispondenti distretti di Corte d’appello, prevedendo in tali casi che l’ufficio di Procura generale accorpante possa svolgere le funzioni requirenti di secondo grado presso più Corti d’appello anche mediante l’istituzione di un presidio presso le Procure della Repubblica aventi sede presso i capoluoghi dei rispettivi distretti di Corte di appello; d) ridefinire, anche mediante riduzione in coerenza con i criteri di cui alla lettera a), l’assetto ordinamentale dei Tribunali per i minorenni e dei corrispondenti uffici requirenti indipendentemente dall’accorpamento dei corrispondenti distretti di Corte di appello, prevedendo in tali casi per detti uffici una competenza territoriale su uno o più distretti di Corte di appello”;

tali anticipazioni hanno sollevato molte preoccupazioni e polemiche per il probabile accorpamento del tribunale di Rieti con quello di Terni al fine di far sì che la Corte di Appello di Perugia abbia i requisiti previsti per continuare ad operare;

già con la precedente revisione del 2012, che ha cancellato tutte le sezioni distaccate in Italia (Rieti ha perso quella di Poggio Mirteto) oltre a gran parte degli uffici dei giudici di pace, la Sabina si è vista privata delle sedi di Amatrice, Rocca Sinibalda e Cittaducale, con la conseguenza che il territorio è stato fortemente penalizzato comportando forti disagi per gli utenti e per i professionisti del settore.

Si chiede di sapere:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se non ritenga opportuno assumere ogni iniziativa di competenza per mantenere i presidi

giudiziari di Rieti e Terni o quantomeno di valutare l’opportunità di una soluzione alternativa che non lasci i territori ed i cittadini sforniti di un presidio di giustizia.

Foto (archivio) RietiLife ©

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