Parla Howe dopo l’assoluzione: “Coinvolto ingiustamente, è stata dura ma adesso torno a vincere”

La liberazione. I ringraziamenti. Il futuro. La lettera di Andrew Howe pubblicata sui social network dopo l’assoluzione dalle accuse mosse dalla Procura antidoping (leggi la notizia della sentenza)

Sono felice. Alle 14.03 di oggi, quando ho saputo dai miei avvocati che il Tribunale Nazionale Antidoping aveva pronunciato la mia assoluzione con formula piena per la vicenda disciplinare di doping che mi ha ingiustamente coinvolto lo scorso dicembre 2015, sono esploso di gioia.

E’ stata dura dover accettare, in silenzio e per mesi, che il mio nome e la mia faccia venissero sbattuti ripetutamente sulle prime pagine di tutti i giornali sportivi abbinate alla parola “doping”, che ho timore anche di pronunciare da quando ho iniziato a calcare le piste di atletica.

Ad un passo dalle Olimpiadi di Rio e in un periodo così difficile per la mia carriera sportiva, in cui sto cercando di tornare con duro allenamento sui campi di atletica, è stato tanto faticoso portare sulle spalle anche questo peso e ritrovare la voglia di vincere e di credere ancora nello sport pulito, quello che ho sempre praticato e di cui vado orgoglioso.

Ho capito, però, tante cose. Ad esempio quanto sia brutto sentirsi accusati pur sapendo di non aver fatto nulla per trovarsi in tale condizione e, anzi, avendo fatto sempre di tutto per essere corretto ed irreprensibile. Ho capito anche chi sono le persone che mi vogliono davvero bene e quelle che, invece, non si sono neppure preoccupate di farmi una telefonata di solidarietà.

Io tornerò a vincere, e lo farò per me stesso, per le persone che mi hanno sempre sostenuto ed anche per quelle che, invece, hanno pensato che con questa vicenda la mia vita sportiva fosse definitivamente finita.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno supportato ed aiutato a superare questa dura prova: i miei Avvocati Giovanni Fontana ed Eleonora Miotti, che da subito hanno creduto in me e con grande impegno si sono dedicati alla mia difesa, la mia fidanzata Giuseppina Palluzzi, che nella sua veste di legale ed ancora una volta al mio fianco ha collaborato anche coi miei difensori, mia madre Reneè Felton che si è sempre occupata con cura dell’invio dei whereabouts e della mia carriera atletica, l’Aeronautica Militare ed il Luogotenente Fabrizio Leoni, che non hanno mai messo in dubbio la mia correttezza umana e sportiva, i miei amici di sempre, i vertici del Coni e della Fidal, che hanno compreso la posizioni degli atleti coinvolti e ne hanno preso le difese.

Foto: RietiLife ©

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