“Io, portiere senza l’uso di un braccio: smetto ma sono grato alla mia squadra” / La lettera

Ci scrive Matteo Luciani, un giovane reatino che nel 2010 ha avuto un brutto incidente in automobile. La sua è una storia di sport e coraggio.

“Tutto ebbe inizio quel maledetto 26 ottobre 2010, quando a seguito di un incidente ho perso la mia vita da sportivo. Io ero fino ad allora il portiere della pallanuoto Rieti, in quell’incidente a causa della cinta di sicurezza, la quale per fortuna portavo, ho perso l’utilizzo e la sensibilità del braccio sinistro e ben 26 kg tra muscoli e ciccia”.

“Una volta risvegliato non capivo cosa mi fosse successo e me la riprendevo con il mondo intero non capendo la fortuna di essermi risvegliato dopo un mese di coma. Per fortuna avevo la mia famiglia che mi sosteneva ed aiutava ad accettare il mio handicap. La mia squadra formata da padri di famiglia e da ragazzi che mi coinvolgevano nella loro attività sportiva e mi davano forza a non buttarmi giù. Io uscito dall’ospedale ho riprovato a giocare per 3 anni fino a quest ‘ultimo dicembre quando ho deciso di appendere il costume e la mia calottina con il numero 13 al chiodo”.

“Volevo ringraziarli con questo mio pensiero per far capire loro la mia gratitudine e che anche se in campo non ci sarò fisicamente in ogni partita sarò con la testa ed il cuore lì fra i pali, ad urlare loro ciò che devono fare, sperando un giorno di poter rimuovere il braccio e tornare a difendere lo specchio della nostra porta. Grazie ragazzi vi voglio bene”.

Foto: RietiLife ©

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