WHATSAPP E I GRUPPI DI SCUOLA, SI SALVI CHI PUÒ!

(di Chiara Pallocci) È la più bella del reame dell’industria delle App, il fiore all’occhiello degli sviluppatori, la gioia incontenibile di non dover più spendere il credito residuo in sms, l’abbandono totale degli squilletti che hanno cresciuto un’intera generazione di pre-adolescenti coi baffi, l’apice del just-in-time: è semplicemente Whatsapp.

Un’iconcina verde fatta di un fumetto che racchiude una cornetta e che in soldoni ci dice: “Non vi preoccupate tutto quello che doveva essere detto telefonando ora si può scrivere comodamente seduti sul divano a costo pressoché zero”.

Dopo la Tv, non è possibile ricordare un aggeggio o un software o una qualsiasi altra espressione delle tecnologia che sia stata più pervasiva perché – si sappia – che Whatsapp vanta anche la possibilità di creare conversazione multiple tra diversi utenti, i cosiddetti “Gruppi Whatsapp”.

Non ne vogliamo discutere l’evidente e rivoluzionaria utilità, ma si da’ il caso che nel frattempo si sia colmato il gap generazionale tra genitori e figli e che il gioiello di Jan Koum – l’immigrato Ucraino al quale dobbiamo tutta la nostra gratitudine – sia malauguratamente capitato nelle mani di uno stuolo di mamme moderne.

Gruppo delle Mamme della Classe, Gruppo delle Mamme per il Catechismo, Gruppo delle Mamme per il Nuoto, Gruppo per il regalo delle Maestre, Gruppo delle Mamme per il Fundraising, Gruppo delle Mamme che vogliono salvare gli Orsi Polari dallo scioglimento dei ghiacciai, Gruppo delle Mamme che vogliono fare Gruppo e così via…

Oggi vivi fuori dal mondo o quantomeno hai terminato i Gb disponibili se non senti lo squillo del messaggio almeno una cinquantina di volte al giorno: che sia perché il bambino – che per comodità chiameremo Mario Rossi – ha dimenticato il libro a scuola e non la smette di urlare se i compagni non gli manderanno immediatamente, subito, in questo preciso istante, la foto della pagina da studiare o perché c’è un nuovo povero cristo – spesso un padre ignaro – aggiunto al gruppo al quale dare il benvenuto, Tu Madre che devi dividerti tra il lavoro, la lavatrice e il pranzo, si proprio Tu, sei e sarai sempre una madre snaturata se non risponderai ad ogni singolo trillo del telefono.

E guai a te se lo spegni.

Foto: RietiLife ©

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