CAOS ASILI, SEBASTIANI: “PETRANGELI USA METODI STALINISTI, ALTRO CHE MONTESSORI”

Caso asili, intervento duro del consigliere di minoranza Andrea Sebastiani.

Metodo stalinista usato per imporre solo una scelta esclusivamente politica. Altro che Montessori. Dapprima la necessità di avviare una riorganizzazione del servizio per il prossimo pensionamento della funzionaria, considerata erroneamente un coordinatore socio pedagogico, per tentare di far credere che ci fosse una figura di troppo all’interno degli asili comunali. Poi, dopo la protesta di intere famiglie, l’amministrazione sguaina la spada e tira in ballo l’inchiesta delle spese pazze e fuori controllo, per intimidire il dissenso, facendo passare il preciso messaggio che dietro l’allontanamento della Scopigno ci fossero inenarrabili misfatti.

Che, se all’epoca, come oggi, ritenuti fondati dal Sindaco, dovrebbero portare dritti alle sue dimissioni, per aver mantenuto al suo posto un funzionario accusato dell’acquisto di ansiolitici e antidepressivi che avrebbe potuto incautamente ogni giorno somministrare ai più piccoli.

Infine l’inevitabile ammissione, in occasione dell’incontro con i comitati di gestione, senza commentare le esternazioni di qualche consigliere che, credendo già di essere in campagna elettorale, ha parlato di cose che nulla avevano a che fare con l’argomento della riunione. Scelta politica decisa dall’Assessore Mariantoni, punto e basta. Nessuna marcia indietro, respinta al mittente qualsiasi richiesta di spiegazione. Come a dire: oggi comandiamo noi e noi decidiamo.

Ma, allora, – mi chiedo e si chiederanno tutti – non era più coerente dire fin da subito quali erano realmente le ragioni della sostituzione? Senza scomodare l’illustre educatrice, che qualche consigliere di maggioranza persino ignora.

Da ultimo, i dati dei presunti sprechi con un risparmio, a detta, dell’Amministrazione Petrangeli di oltre 200 mila euro. Peccato che Petrangeli e lo stuolo di consiglieri in malafede al suo seguito omettano di dire che, dal mese di settembre 2013, è stata tolta la mensa ai circa 65 operatori. Motivo per cui sono state rinvenute fatture con alimenti non propriamente destinati ai bambini. Successivamente, in seguito ad un accordo con le organizzazioni sindacali, la mensa è stata sostituita con il buono pasto.

In mezzo a questo grande caos le famiglie, destinatarie ultime del servizio, dichiarato eccelso ed impeccabile per stessa ammissione della maggioranza, che, prive oggi di un punto di riferimento, vengono sballottate da un incontro all’altro con la promessa di chissà quale straordinaria rivelazione.

Si sono forse resi conto i consiglieri di maggioranza che, probabilmente, una scelta di tal genere non sarà politicamente indolore ad un anno e qualche mese dalle elezioni? Oppure preferiscono difendere ancora chi la faccia non ce l’ha messa prima e, probabilmente, non ce la metterà neanche dopo? O sperano di “ricucire” il rapporto con la Città negli atelier che la Mariantoni si appresta ad istituire?

Foto: RietiLife ©

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