BOTTI VIETATI, UNA COMMERCIANTE DI FUOCHI D’ARTIFICIO: “CHI MI RIPAGHERÀ DEL DANNO ECONOMICO?”

Non si arresta la scia di polemiche sul divieto ai fuochi d’artificio nel Comune di Rieti per il Capodanno (leggi). In redazione arriva la lettera di Cassandra Cerafogli, titolare della Danger Fireworks, che pubblichiamo integralmente.

 

Spettabile Redazione,

scrivo la presente al fine di esporre alcune mie considerazioni, quale titolare dell’attività pirotecnica Danger  Fireworks in Rieti, in relazione all’Ordinanza Sindacale del Comune di Rieti del 28.12.2015.

Rappresento il mio avvilimento nonché perplessità circa la tempistica di emissione del provvedimento e la mancanza assoluta di attenzione da parte delle Istituzioni per quelle che sono le esigenze di chi, come me, svolge un’attività particolare qual’è quella della vendita di articoli pirotecnici.

Non a caso, è risaputo che il nostro lavoro ha una maggiore concentrazione di vendite e profitti in un breve periodo annuale, e quindi durante le festività natalizie; di conseguenza le nostre aspettative di guadagno, anche e soprattutto per far fronte alle tasse dovute, si concentrano nel predetto periodo.

L’ordinanza del 28.12. scorso, dal sapore squisitamente elettorale (questo è stato il mio modo di intenderla), ovvero di ‘accontentare”’ una ristretta cerchia di persone, ha completamente omesso di considerare le esigenze, appunto, dei venditori di fuochi , con marchio CE.

È da specificare che questa mia nulla ha contro chi si dimostra attento alla tutela e salvaguardia degli animali, ma non si può certamente estremizzare un concetto nobile in presenza di tradizioni millenarie; per di più la “soluzione tampone” del provvedimento Sindacale si è posta male in relazione ai tempi di emissione, considerando che le commissioni dei fuochi alle ditte importatrici da parte mia è avvenuta con largo anticipo (circa tre/quattro mesi fa) e conseguentemente sono state affrontate ingenti spese per far fronte alla richiesta dei clienti, nonché alla mancata e adeguata tempestiva informazione al riguardo.

L’aspetto pratico della vicenda e della circostanza ultima esposta è che una folta e nutrita clientela ha disdetto all’ultimo momento la commessa ed anche qualche spettacolo, già commissionato da attività di ristorazione; il tutto è stato il risultato di un provvedimento comunale di ultima ora, senza dare ai cittadini, e men che meno a noi venditori, la possibilità di chiarire ed avere chiari i paletti del lecito rispetto a ciò che risultava essere comportamento illecito.

Più in particolare, tutti ci siamo sentiti smarriti su ciò che si poteva fare o non fare, in mancanza di adeguata informazione da dare ai clienti ovvero dagli stessi conosciuta.

Ecco, allora, che riemerge tutta  la mia delusione per ciò che ad oggi è stato, con il risultato peggiore degli ultimi anni per via dei mancati introiti alla mia attività, che non mi consentiranno di onorare il debito contratto con le ditte importatrici.

Chi mi ripagherà, a questo punto, del danno cagionatomi?

Le Istituzioni ancora una volta si sono dimostrate incapaci di contemperare le diverse esigenze, mancando appunto una concertazione preliminare ovvero un tavolo di confronto con commercianti del settore e associazioni varie, per prevenire situazioni di assoluto sbilanciamento in un senso piuttosto che in un altro.

Per concludere, oggi mi ritrovo con un fardello di spesa in più da affrontare, nel silenzio totale di quelle istituzioni che dovrebbero rappresentarmi e tutelarmi  tanto quanto gli altri.

A ben considerare, sembrerebbe che la tradizione comunque abbia avuto il sopravvento sul provvedimento qui lamentato, ponendo in evidenza che non basta una raccolta firme “dell’ultima ora” per spazzare via una tradizione millenaria.

Vorrete, spettabile direzione, far vostre le mie rimostranze onde evidenziare lo stato di isolamento in cui viviamo, noi commercianti di fuochi, costretti dalla estrema congiuntura economica  ad affrontare plurime peripezie per sopravvivere quotidianamente, e rimarcando ancora una volta l’abbandono da parte delle Istituzioni in cui abbiano e continuiamo, nonostante tutto, a confidare”.

RietiLife, come consueto, è a disposizione per eventuali repliche.

Foto: RietiLife ©

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