TERREMOTO L’AQUILA, LA CASSAZIONE CONFERMA L’ASSOLUZIONE DELLA COMMISSIONE GRANDI RISCHI

(da repubblica.it) La Commissione Grandi Rischi non è colpevole, il responsabile della Protezione Civile De Bernardinis sì. È questa la conclusione definitiva, in Cassazione, del lungo processo sulla riunione della Commissione del 31 marzo 2009 e sulle rassicurazioni alla popolazione per il rischio sismico a L’Aquila, nei giorni precedenti al terremoto del 6 aprile 2009.

I giudici romani erano chiamati a confermare o meno l’assoluzione dei 6 membri della Commissione Grandi rischi, che si riunì a L’Aquila il 31 marzo del 2009, una settimana prima del sisma. Gli imputati ora definitivamente assolti erano i componenti della Commissione Franco Barberi (presidente vicario della Commissione Grandi Rischi dell’epoca), Enzo Boschi (all’epoca presidente dell’Ingv), Giulio Selvaggi (direttore del Centro nazionale terremoti), Gian Michele Calvi (direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case), Claudio Eva (ordinario di fisica all’Università di Genova) e Mauro Dolce (direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile).

Nel processo di primo grado, erano stati condannati a sei anni di reclusione per omicidio colposo e lesioni, sentenza che scatenò un immenso dibattito nel mondo scientifico.

L’unico a essere condannato al termine del processo rimane quindi Bernardo De Bernardinis (già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile) che aveva invece attivamente rassicurato la popolazione: “Non c’è un pericolo (…) anzi è una situazione favorevole perché c’è uno scarico di energia continuo”, prese posizione pubblicamente il 31 marzo. Per lui rimane la sentenza a due anni, perché le sue frasi esprimevano “concetti scientificamente errati e certamente rassicuranti” e “tale condotta viola i canoni di diligenza e prudenza”, si legge nella sentenza di secondo grado.

La sentenza di assoluzione in II grado. L’istruttoria non ha consentito, scrivevano i giudici nella sentenza di assoluzione in secondo grado, “di raggiungere un sicuro convincimento di responsabilità in ordine alla stessa sussistenza del fatto contestato, condotta esente da colpa con riferimento alla ‘valutazione’ e insussistente con riferimento alla condotta di ‘informazione'”. Invece a De Bernardinis, l’unico condannato in secondo grado, è stata riconosciuta una colpa generica (per “negligenza e imprudenza”) sul fronte dell’informazione, ovvero per aver informato e rassicurato i cittadini.

Foto (archivio): Emiliano GRILLOTTI © L’Aquila

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