BONIFICA, LA CGIL REPLICA: “IGNOBILE QUANTO FATTO DA TARANI E GREGORI”

Il segretario Flai Cgil Rieti Roma EVA  Antonio Polidori risponde a Tarani e Gregori sulla questione della Bonifica (leggi).

“Non mi piace ribattere sulla stampa alle affermazioni delle controparti, tuttavia in questo caso faccio una eccezione.Ritengo che le vicende sindacali debbano essere trattate come é previsto da norme e codici nelle sedi deputate, e cioè nei tavoli di trattativa. Purtroppo debbo leggere una velina apparsa a sulla stampa on line del Presidente del Consorzio della Bonifica di Rieti Adriano Tarani, dove per tre quarti si autoelogia ed elogia quello che da quattro anni a questa parte avrebbe dovuto fare, (non solo lui invero) e che solo ora, a scadenza di mandato (si voterà il prossimo anno) sta facendo, e cioé accudire gli impianti, ottenere dalla Regione Lazio i soldi dovuti, tentare di far funzionare il Consorzio.

Certo nel rievocare gli errori passati omette di citare che gli amici della sua organizzazione, la Coldiretti, sono quelli che hanno la responsabilità più pesante in questo gioco, che le ultime assunzioni di personale a tempo indeterminato furono fatte su segnalazione di amici e parenti del bancomat consorzio, che se il pesce puzza, perché é avariato, dice un saggio popolare, puzza dalla testa e non dalla coda.

Come contro prova: chiedetelo se é vero ai latifondisti della piana che ricevevano appalti dagli amministratori in cambio del sostegno elettorale alle elezioni per il consiglio di amministrazione del consorzio.

Non so in quanti sanno come vengono eletti gli amministratori del consorzio, infatti é vero che i consorziati sono tanti e pagano di tasca propria, dal semplice cittadino che deve farlo poiché la sua abitazione o il suo terreno é nel confine di territorio segnato dalla bonifica, (a proposito il consorzio riscuote solo in un ventesimo del territorio della ex provincia, ed anche qui verrebbe da chiedersi il perché) quelli che però votano ed eleggono il consiglio di amministrazione sono una esigua minoranza, poche unità percentuali. Infatti a decidere sono i latifondisti che contano e pesano, in un meccanismo elettivo feudale, più di tutti gli altri messi assieme.

E vengo al punto: in tre quarti delle dichiarazioni di Tarani si fanno gli elogi, anche della giunta regionale e degli assessori “reatini” fino a voler intendere che le scelte fatte sono “concordate” con Refrigeri e con l’assessorato al Bilancio. Può darsi che sia, aspettiamo di sentire cosa dice Refrigeri. C’é però un filo che realmente unisce la Regione Lazio ed il Consorzio della Bonifica di Rieti, l’incapacità.

L’incapacità ad affrontare con una riforma alla altezza delle esigenze la questione tutela del territorio. Da una parte la Regione Lazio che é impiccata dai debiti e dall’altra i consorzi, stretti tra la necessità di non deludere il proprio elettorato e perciò di continuare ad esistere, nonostante tutto e tutti, e non avere i soldi per farlo. E qui c’é il nodo, che si fa? Si pareggiano i conti con i licenziamenti. Rimangono tutti al loro posto, non importa come ci sono arrivati, men che meno i dipendenti, ad essere buttati giù dalla rupe tarpea, sono  quelli che forse hanno la responsabilità minore, al massimo quella di essersi adeguati all’andazzo.

Dicevo che non mi piace discutere con gli interlocutori a mezzo stampa, ma in questo caso faccio una eccezione, per un semplice duplice motivo: il primo é che é ignobile, conoscendo come stanno realmente le cose, fare quello che hanno fatto Tarani e Gregori, e cioè nascondere tutto il resto e dare in pasto tre lavoratori alla demagogia populista che gode nel vedere sacrificato l’ultimo, quello in coda alla fila.

La seconda, un poco più personale, e che tuttavia voglio ammettere pubblicamente, é che in questi ultimi tre anni che ho potuto discutere e dialogare con Tarani e Gregori ho coltivato l’illusione che questi due “giovanotti” potessero essere migliori di chi li ha preceduti. Mi sbagliavo, ed é per questo che dico: E’ ora che se ne tornino a casa a fare a tempo pieno quello che già facevano prima”. Foto (archivio) RietiLife ©

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