L’EDITORIALE DI FORMAT – “VENTI DI SPERANZA”

L’editoriale di Format di questo mese è firmato da Stefania Santoprete. 

Ci sono momenti in cui, con il sole, torna la voglia di crederci ancora. E’ come un vento di speranza da inseguire, una boccata di ossigeno necessaria per ricaricarti.

Vogliamo cogliere questi segnali, soffermarci su di essi.

I ragazzi di Rena hanno contribuito a dare uno scossone a questa città. A Rieti, sono arrivati architetti, paesaggisti, urbanisti, economisti ed esperti di progettazione e comunicazione, provenienti non solo dall’Italia ma anche da Stati Uniti, Germania e Croazia, persone capaci di osservare questo territorio con occhi ‘nuovi’, senza diffidenza, preconcetti o interessi sedimentati. E’ stato chiesto loro di raccoglierne le possibilità, di analizzarne le offerte, di immaginarlo da qui a una decina di anni. L’esercizio fondamentale che ci hanno aiutato a fare è stato guardare e riguardare le cose che diamo per scontate attraverso un filtro che ci mostra le eccellenze da valorizzare. Qualcuno non ha molto apprezzato questo coinvolgimento: non abbiamo forse anche noi dei bravi professionisti? Senz’altro! Ed infatti a loro toccherà farsi carico dello sviluppo di queste basi. Auspico invece che tali esperienze vengano ripetute in ogni campo, sistematicamente, perché le parole-chiave di questo secolo sembrano proprio essere contaminazione e lavoro di gruppo.

I vincitori di questo bando erano arrivati a Rieti convinti di dover reinventare un’area abbandonata da decenni quale quella della ex Viscosa, si sono invece ritrovati a dover riscoprire un territorio. Ciò che ad alcuni è sembrato scontato non lo è: la mappatura è stato un punto di partenza indispensabile per un processo che, partendo dalla Snia, unisca anche tante altre realtà. Vendere quel sito vuol dire far capire come sia inserito in un contesto ‘appetibile’. Quanto accaduto è servito a dare una spinta all’acceleratore e a chiamare a raccolta l’intera Città, oltre ad accendere i riflettori internazionali su di essa. Ora godiamo di rispettabili ‘ambasciatori’. Non semplici professionisti ma ‘Antenne’ in grado di costruire Reti nuove intorno a noi. Ci hanno dato una marcia in più: ci hanno detto ‘Si può fare e va fatto, ma gradualmente”. L’idea infatti è quella di “rioccupare” da subito l’ex SNIA, metro dopo metro, con presidi fisici (spazi temporanei prefabbricati, ecologici e riutilizzabili successivamente, magari all’interno dell’ex complesso manifatturiero, come si è fatto a Reggio Emilia o a H-Farm) e con il successivo e progressivo recupero delle strutture, a partire da quelle in migliori condizioni e meno bisognose di interventi di bonifica. Sono inoltre previsti momenti di formazione-azione locale per attivare, nel medio-lungo termine, reti e talenti, creare nuove sinergie e facilitare la nascita di start-up con l’obiettivo di generare sviluppo e incrementare i livelli occupazionali, con particolare attenzione ai giovani e all’imprenditorialità di una intera città.

Come risponderà Rieti? Sarà in grado di creare l’Agenzia del Cambiamento, ossia un laboratorio urbano che tramite le sue attività seguirà tutte le fasi di ideazione, predisposizione e verifica del progetto di rigenerazione, concentrandosi sullo sviluppo di cinque settori prioritari: agroalimentare, turismo, cultura e sport, high tech e life science, innovazione sociale e green economy? Di utilizzare il ‘pensiero imprenditoriale’ capace di non vanificare lo spirito utilizzato?

Il patto funzionerà se tutti scopriremo le carte convincendoci che non ci sia nulla di male a parlare di interessi. Se gli interessi sono chiari si conciliano, si trovano soluzioni e a partire da questi si raggiunge l’interesse superiore della città.

Non è solo questo però l’elemento positivo e nuovo per la nostra comunità. Della nascita di un Comitato Gemellaggi, formato anche da associazioni e cittadini, abbiamo parlato nello scorso numero; ora è arrivata la notizia che la  candidatura alla call è stata accettata ed il progetto SpRiNo (Saint Pierre Les Elbeuf-Rieti- Nordhron) finanziato! Anche in questo caso c’è la voglia di confrontarsi ed ‘aprirsi’ al mondo portando al centro di questi contatti un tema nevralgico quale quello del lavoro. Come detto, ad Ottobre arriveranno a Rieti 130 persone, 90 francesi e 40 tedeschi. Andranno a vivere per qualche giorno nelle case dei reatini che vorranno accoglierli disposti a scambiarsi amicizia e professionalità.

Partecipazione quindi e presa di responsabilità da parte dei cittadini, la stessa che anima anche la volontà di vedersi restituire un luogo capace di aggregare animi creativi di diversa sensibilità ed estrazione quale è stato per diverso tempo Largo San Giorgio. Un’esperienza per la quale (come ben detto da Rino Panetti nel precedente editoriale) varrebbe la pena lavorare insieme per non permettere di lasciare spegnere certe scintille, se abbiamo a cuore la città. “Ad ogni parola che spendiamo sul cambiamento facciamo seguire un’azione concreta” scrisse. Sono in molti a mettersi in movimento per questa causa e ad offrire la propria partecipazione rispondendo al Flash mob del 1° giugno. Foto (archivio) RietiLife ©

 

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