REATINI BLOCCATI IN NEPAL: “VIVI PER MIRACOLO MA NON SAPPIAMO QUANDO TORNEREMO”

Un sms dall’inferno: “Siamo salvi per miracolo. Ci siamo riparati sotto la volta di una finestra, se fossimo usciti ci sarebbe crollato il palazzo addosso”. Sopravvissuti al terremoto del Nepal che ha provocato almeno 2500 morti (leggi da RietiLife). E adesso bloccati nella capitale Katmandu, dopo aver dormito per due notti all’aperto, accampati di fronte all’albergo in cui alloggiavano, in attesa di poter tornare in Italia. Bruno Mei, 69 anni, di Poggio Mirteto, promotore finanziario e presidente della Onlus Rea Silvia in Nepal, era nel palazzo Reale di Katmandu al momento della scossa che ha raso al suolo un intero Paese. Insieme all’amico e compagno d’avventura Badhra Mohan Thapa, da anni a Rieti e titolare del negozio Nepal Art Shop di via Potenziani, era in missione con la sua associazione per promuovere un piano di sviluppo culturale e professionale sulla coltura dell’ulivo e la produzione dell’olio doc. LA MOGLIE La moglie Marina, preoccupata, è in continuo contatto con lui da Poggio Mirteto, tra le mille difficoltà per la comunicazione: “Ha parlato con il consolato italiano a Calcutta e con il console onorario di Katmandu – racconta a Il Messaggero – per ora non hanno saputo fornire informazioni su quando potranno ripartire. Si sta attivando anche per sentire la Fao”. Anche dal ministero degli Esteri, contattato direttamente dalla signora Mei, ancora nessun dettaglio sui rientri ma solo la conferma che Mei è vivo. Per il rientro sarà necessario aspettare che l’aeroporto internazionale Tribhuvan – i cui voli sono stati inizialmente bloccati – torni alla piena operatività”. Foto: web ©

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