PREITE, RESPINTO RICORSO CONTRO LICENZIAMENTO: NON TORNERÀ IN COMUNE

Antonio Preite non tornerà in Comune. È stato respinto il ricorso del dirigente del settore finanziario contro il licenziamento firmato nello scorso settembre dal sindaco Simone Petrangeli per “responsabilità dirigenziale e gravi irregolarità di gestione”. A darne notizia, stamattina, è Il Messaggero. L’ex dirigente chiedeva il reintegro sul posto di lavoro. Una richiesta bocciata dal giudice del lavoro Valentina Cacace, secondo cui “Preite avrebbe dovuto vigilare sui conti dell’ente e garantirne la tenuta regolare, ispirandosi ai principi di prudenza e di buona amministrazione che sono direttive fondamentali per il pubblico amministratore. Al contrario il dirigente ha permesso che si verificassero le irregolarità contabili che hanno investito gli anni 2001/2011 – rilevate dalla Corte dei Conti – le quali hanno determinato il significativo disavanzo del conto consuntivo dell’anno 2011 e una situazione debitoria tenuta celata fino al 2012, con debiti fuori bilancio, erronea conservazione dei residui attivi, irregolare registrazione di accertamenti di entrate in assenza dei presupposti di legge; squilibrio verso il tesoriere per anticipazioni, fatture passive non registrate, intaccamento delle risorse vincolate”. Così si legge in un passaggio delle quindici pagine del decreto di rigetto che porta la data del 2 aprile. “CONDOTTE IRREGOLARI E ILLEGITTIME” Scrive la dottoressa Cacace che è un “dato oggettivo ed incontrovertibile che quelle compiute dal ricorrente siano plurime condotte irregolari e in alcuni casi anche illegittime, della cui irregolarità ed illegittimità egli non poteva non avere percezione e consapevolezza” e che Preite non ha “fatto nulla per impedirle, ovvero per manifestare il suo deciso dissenso alla loro esecuzione, ovvero motivati dubbi sulla legittimità di un certo modus operandi o di prassi che gli venivano, per ipotesi, imposte o «suggerite» da altri, ovvero che si fossero rese necessarie nel tempo per le condizioni straordinarie di difficoltà in cui l’ente versava”. Per il giudice del lavoro, “anziché recepire le direttive dell’organo preposto al controllo contabile e porre rimedio alle criticità segnalate, risulta che si sia adeguato alle contrapposte indicazioni dell’organo di indirizzo politico”. L’ASSOLUZIONE PER IVA La sentenza arriva a pochi giorni dall’assoluzione da parte della Corte dei Conti per il caso Iva (leggi la lettera a RietiLife), che aveva animato il braccio di ferro politico (leggi il Comuneleggi Cascioli-Sebastiani). Foto: RietiLife ©

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