MEDICI, RIMBORSATI 60 MILIONI AGLI EX SPECIALIZZANDI

“E’ diventata un’esigenza improrogabile per lo Stato raggiungere un accordo con i medici specialisti”. Perentorio il presidente dell’OMCeO Roma, Roberto Lala, nel commentare la maxi consegna da 60 milioni per gli ex specializzandi. Un record che segna la storia dei rimborsi per il mondo medico. Una cifra enorme, senza precedenti, alla quale si sono aggiunti negli ultimi giorni altri 10 milioni. “Ormai è un continuo di sentenze positive per i medici – continua Lala – che fanno ricorso: è un’onda, cresciuta piano piano ma che ora è inarrestabile. Si avverte l’esigenza per lo Stato di trovare una transazione per ridurre l’esborso economico e anche per liberare le aule dei Tribunali, ormai ingolfate”. Va evidenziato che il diritto al risarcimento spetterà però solo a coloro che avranno fatto ricorso prima della trasformazione in legge. Quello dei 60 milioni è un nuovo grande risultato per gli operatori sanitari tutelati da Consulcesi, l’unica realtà in grado di cambiare la giurisprudenza in loro favore. Un successo che ha permesso agli specialisti di vedersi già riconoscere, ad oggi, oltre 373 milioni di euro. Una cifra senza precedenti e che, considerata la grande mole di ricorsi presentati e la straordinaria velocità alla quale arrivano ormai le sentenze, è destinata a salire ulteriormente in tempi molto rapidi. Lo Stato, infatti, mai come adesso paga spontaneamente e subito già dopo la notifica della sentenza positiva, per risparmiare su spese e interessi. È ormai evidente che la strada è talmente spianata che a breve nessun medico rimarrà senza rimborso. Il rischio concreto per le casse pubbliche è quello di dover pagare oltre 4 miliardi di euro. Consulcesi ha già ottenuto la presentazione di tre Ddl, ad un passo dall’approvazione, volti a garantire il diritto dei medici ed evitare allo Stato un esborso eccessivo. “Non basta il non aver ricevuto la borsa di studio prevista da una normativa che risale al 1978 – spiega Marco Tortorella, legale Consulcesi ed esperto del tema rimborsi – ma la specializzazione conseguita dai medici tra l’82 e il 1991 non è riconosciuta a livello comunitario. Oltre il danno, dunque, la beffa. È ormai necessario che la questione esca dai Tribunali per tornare nella sua sede più congeniale: quella legislativa. Magari approvando i Ddl al momento presenti in Parlamento per trovare un accordo transattivo”.  “La prossima azione di rimborso è prevista per il 10 aprile. Sono già tanti gli OMCeO, gli Enti e le Società scientifiche che hanno aderito – ha affermato l’Avv. Sara Saurini, responsabile dell’Area Legale di Consulcesi Group – ma sono migliaia i professionisti ancora in attesa di vedersi rimborsare ciò che è loro diritto ricevere. Resta inoltre alta la nostra attenzione anche sul fronte della mancata applicazione della direttiva europea 88/2003. Consulcesi, insieme agli studi legali nostri partner in Francia, Germania, Spagna e Inghilterra, sta vagliando e predisponendo azioni collettive – nei confronti dello Stato e non contro le aziende – a tutela dei medici sottoposti a turni massacranti. Saremo inoltre a disposizione anche nella sede dell’OMCeO di Roma ogni settimana in modo da dare un nuovo punto di riferimento gratuito ai nostri professionisti. Per qualsiasi informazione specifica sono inoltre già a disposizione oltre 350 avvocati e consulenti legali che rispondono gratuitamente al numero verde 800.122.777 e sul sito www.consulcesi.it”. APPROFONDIMENTI La vicenda risale agli inizi degli anni Ottanta, quando furono promulgate le direttive europee (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) che imponevano a tutti gli Stati membri di corrispondere il giusto compenso ai medici durante gli anni della scuola di specializzazione in medicina. Nonostante l’obbligo entrasse in vigore all’inizio del 1983, lo Stato italiano non ha corrisposto le borse di studio dovute ai medici immatricolatisi tra gli anni accademici 1982-1983 e 1990-1991. Più di recente si è aperto anche un secondo fronte per coloro che si sono iscritti tra il 1994 e il 2006. In quest’ultimo caso le borse di studio sono state pagate, ma non comprendevano il riconoscimento della rivalutazione periodica, delle coperture previdenziali e assicurative e delle differenze contributive. Il mancato adempimento ha creato un enorme contenzioso di fronte ai tribunali di tutta Italia da parte dei camici bianchi ingiustamente discriminati. Il mancato rispetto delle precise indicazioni contenute nelle direttive ha anche portato a una condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia europea, con le sentenze del 25/02/1999 e del 03/10/2000. Consulcesi, oltre a essere attiva da 20 anni sul fronte della difesa dei diritti dei camici bianchi e ad aver già ottenuto sentenze positive per migliaia di medici, per un totale di oltre 373 milioni di euro, ha anche coinvolto il mondo politico e istituzionale per trovare una soluzione definitiva alla questione. Dopo due Disegni di legge già all’attenzione del Parlamento e volti a trovare un accordo transattivo – valido però solo per coloro che avranno presentato domanda presso le sedi giudiziarie competenti – negli ultimi mesi se n’è aggiunto un terzo. È stato depositato al Senato dalla principale forza di governo, a riprova di un interesse bipartisan alla risoluzione del problema. Si tratta in tutti e tre i casi di una soluzione valida, l’unica praticabile per garantire allo stesso tempo i legittimi interessi dei medici che non hanno ricevuto quanto loro dovuto e l’esigenza dello Stato di contenere i costi. (da comunicato Consulcesi) Foto: CONSULCESI ©

 

Print Friendly, PDF & Email