L’OLIMPICO FA FESTA NONOSTANTE LA DEBACLE DEGLI AZZURRI

Il “Fuori le mura” di oggi arriva dallo stadio Olimpico di Roma. Nelle foto di Emiliano Grillotti, la sconfitta della nazionale azzurra di rugby contro il Galles nell’ultima giornata del Sei Nazioni.
(di Matteo Carrozzoni) L’ultimo incontro del Sei Nazioni 2015 non regala la tanto sognata seconda vittoria del torneo agli azzurri di Jaques Brunel ma di certo non risparmia le emozioni: dieci mete totali, otto per il Galles e due per l’Italia ed un primo tempo entusiasmante giocato alla pari con un Italia che, almeno in parte, ha saputo reagire alla tremenda debacle con la Francia della scorsa settimana.
20 a 61 il risultato finale di quello che si presentava sicuramente come l’incontro più difficile del torneo, con un Galles ipermotivato e bisognoso di punti per provare a vincere il trofeo e con alle spalle una enorme pressione per recuperare l’ultima sconfitta. La novità dell’incontro è sicuramente la presenza del pilone Rizzo e del flanker Mauro Bergamasco, fino ad oggi snobbati dal coach francese ed il rientro di Castrogiovanni, fuori con la Francia per scelta tecnica.
IL PRIMO TEMPO
L’Italia parte subito decisa tanto da procurarsi un calcio di punizione direttamente sul calcio d’avvio, prontamente trasformato da Haimona che però è costretto ad abbandonare il campo dopo solo 5 minuti per una frattura scomposta del radio, sostituito da Orquera.
Il Galles non sta a guardare ed inizia un batti e ribatti di calci piazzati tra Halfpenny ed Orquera fino al 6-6 del quarto d’ora, quando Venditti, lanciato in meta commette in avanti.
A violare per primo l’area di meta è però la squadra del gladiolo che al 19’ sorprende la difesa azzurra con un grabber insidioso che Roberts schiaccia per il 6-11.
L’Italia però non mostra cedimenti e continua ad attaccare senza timori reverenziali guadagnando metri su metri con la maul, innescando un’azione che ci porta in ruck sui 5 metri da dove, dopo un paio di pick and go, Venditti si tuffa oltre la linea riportando l’Italia in vantaggio per 13-11.
Anche in mischia chiusa gli azzurri sembrano superiori, costringendo più volte i gallesi al fallo, quasi a voler dimostrare di sapersela cavare anche senza capitan Parisse.
Al 33’ Vunisa infiamma l’Olimpico con un buco di 30 metri e nonostante il Galles recuperi e si riporti in attacco, riusciamo a costringerli al fallo con una difesa sempre in pressione. Dopo un paio di tentativi dalla touche sui nostri 5 metri, Halfpenny realizza il piazzato che riporta i tutti rossi in vantaggio in chiusura di un primo tempo che vede Rizzo e Bergamasco tra i migliori in campo.
LA RIPRESA
Il Galles che esce dagli spogliatoi nel secondo tempo è però un’altra squadra; dopo 3 minuti, giocando veloce una punizione, sorprende la difesa azzurra lanciando Williams in meta. E’ solo l’inizio: i dragoni salgono in cattedra dimostrando al mondo di avere uno schieramento di trequarti stellare. Al 49’, da un errore di ricezione su un nostro up and under, arriva la prima meta di North dopo il più semplice dei due contro uno.
Al 50’ Brunel sostituisce i primi 4 uomini ed entrano Manici, De Marchi, Chistolini e Geldenhuys ma dopo 2 minuti un giallo a Masi ci lascia in 14 mentre il Galles dilaga. In 7 Minuti North ci punisce con altre due marcature, seguito poi da Webb e da Warburton, dopo tre stupendi ricicli ai sostegni sulla verticale.
Al 70’ l’Italia sembra risvegliarsi, riportandosi sui 5 metri avversari ma il Galles recupera palla ed incanta l’Olimpico con una giocata alla mano che coinvolge tutti i trequarti per tutta la lunghezza del campo, fino alla meta di Williams.
Gli ultimi 10 minuti danno spazio anche a Bacchini e Palazzani, entrati a posto di Morisi e Gori.
Sul finale di gara, mentre lo speaker annuncia il “man of the match” all’imperioso Alun Wyn Johnes, Leonardo Sarto regala l’unica emozione azzurra del secondo tempo con un coast to coast fino in meta, che l’arbitro Neozelandese Pollok tarda ad assegnare per un presunto piede sulla linea di fuori. Orquera trasforma per il definitivo 20-61.
GLI SPOGLIATOI
“Non riesco a spiegarmi il blackout del secondo tempo – ha affermato in conferenza stampa Brunel – credevo fossimo in partita per giocare fino alla fine cercando la vittoria”. La difficoltà di Brunel ad interpretare il comportamento della propria squadra, dimostrato anche con la Francia, va a sommarsi ad un bilancio comunque negativo di questo torneo, che nonostante la vittoria con la Scozia, ha mostrato un’Italia che non riesce a crescere al pari delle proprie avversarie. Tanto da portare più di un giornalista a domandare al coach francese se abbia preso in considerazione la possibilità di rassegnare le dimissioni. Se non ci saranno colpi di scena, coach Brunel avrà modo di rimettersi in discussione nel prossimo appuntamento con il rugby azzurro, il 19 settembre a Twickenham contro la Francia per la fase a gironi dei Mondiali di Rugby 2015.

Foto: Emiliano GRILLOTTI © Roma

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