CENTO ANNI FA IL TERREMOTO DELLA MARSICA: CENTINAIA LE VITTIME NEL CICOLANO

Esattamente cento anni fa una forte scossa di terremoto distrusse Avezzano e non risparmiò il Cicolano: Sant’Anatolia, Borgorose, Corvaro pagarono un prezzo altissimo in vite umane, soprattutto contadini. Oggi a Sant’Anatolia verrà scoperta una targa (alle 14.30) in cui sono riportati i nomi di tutti morti. 

(da Rainews.it) Erano le 7,52 del 13 gennaio 1915 quando la terra tremò nella Marsica, in Abruzzo. Oltre 30mila persone morirono a causa della scossa di magnitudo 7 (undicesimo grado della scala Mercalli). Di Avezzano, il centro più colpito, rimase soltanto un cumulo di macerie e una sola casa restò in piedi.  La situazione fu peggiorata dal fatto che l’allarme fu lanciato soltanto 11 ore dopo la scossa e i primi soccorsi arrivarono all’ alba del giorno successivo, anche se la mancanza di informazioni precise causò confusione. Tra i primi ad arrivare fu San Luigi Orione, che requisì un’auto al re Vittorio Emanuele III – giunto in visita nei luoghi della tragedia – per trasportare i bambini rimasti senza famiglia verso luoghi più sicuri; testimone dell’ episodio fu un adolescente illustre, Ignazio Silone, che lo riferì nel suo libro ‘Uscita di sicurezza’ (1965). Le statistiche ufficiali parlano di 32.610 vittime, di cui 10.700 ad Avezzano su una popolazione di 13 mila; almeno altre tremila persone morirono poi per le malattie e gli stenti nei mesi successivi. La maggior parte dei feriti venne trasferita negli ospedali romani, mentre la ‘Casa Famiglia Regina Elena’ accolse tutti gli orfani e, nei giorni successivi, venne subissata di richieste da parte dei genitori che non riuscivano a rintracciare i loro figli. Numerosi paesi, completamente distrutti, dovettero essere ricostruiti in altri siti, perdendo gran parte della loro popolazione. A cento anni dal sisma che devastò la conca del Fucino, le campane dei 37 Comuni della Marsica coinvolti suonano alle 7.52, per commemorare le vittime: è una delle iniziative per riscoprire il dramma di un territorio che fece fatica a tornare a vivere, anche a causa di una ricostruzione lenta e problematica, oscurato pochi mesi dopo dall’ingresso dell’Italia in guerra. In concomitanza con i rintocchi delle campane, un gruppo di escursionisti accende dei fumogeni tricolori sul Monte Velino a quota 2.486 metri; alle 17 si tiene una messa solenne di commemorazione nella Cattedrale di Avezzano, presieduta dal vescovo delle diocesi dei Marsi, Pietro Santoro, e concelebrata dagli Arcivescovi e dai Vescovi dell’Abruzzo e del Molise, di Ascoli Piceno, di Rieti, di Sora. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) promuove numerose iniziative per il centenario del terremoto della Marsica, o “terremoto di Avezzano”. Convegni, mostre e filmati per ricordare uno dei più forti e devastanti sismi del Novecento.  Foto: WIKIPEDIA © Le Rovine del castello Orsini ad Avezzano

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