CICCHETTI: “CAOS IN PROVINCIA È FRUTTO DI UNO SPERICOLATO MODO DI AMMINISTRARE”

Sull’occupazione della Provincia (leggi) e sul caso Risorse Sabine (leggi) interviene l’ex sindaco di Rieti ed ex consigliere regionale Antonio Cicchetti.

“Circola da anni, a mo’ di scudo difensivo, e viene ravvivata di tanto in tanto al bisogno, la leggenda secondo cui la Provincia di Rieti non avrebbe stabilizzato gli LSU (Lavoratori socialmente utili) perché non dispone della leva fiscale che invece possono utilizzare i Comuni. Elementare l’obiezione: come hanno fatto le altre provincie italiane che li hanno inseriti in pianta organica? E poi, qualcuno ha mai calcolato quanto sono costate tutte le assunzioni effettuate, a vario titolo, in Provincia dal 1997 al 2013? E quanto le consulenze, spesso inutili? Con quella spesa si poteva, o no, stabilizzare tutti gli LSU? La verità è che nel 1997, quando iniziò questa vicenda, il Comune di Rieti ricercò le professionalità di cui aveva bisogno e di cui c’era carenza in pianta organica; fu facile, pertanto, inserirle nella casella giusta appena la legge lo consentì. La Provincia, propagandando demagogicamente il verbo secondo cui solo la sinistra era capace di creare occupazione, si caricò di un numero eccessivo di LSU perché erano pagati dallo Stato ma continuò, nel frattempo, ad assumere per proprio conto.

Quando si presentò l’opportunità di stabilizzare i precari, i posti in organico erano ormai tutti occupati. Si arrivò allora alla demenziale invenzione di tre società, poi ridotte a una, che non avevano né sufficiente capitale, né potenziale parco clienti, né professionalità idonee al raggiungimento dello scopo sociale ma furono imbottite di altri 23 dipendenti (non LSU) scelti con criteri clientelari. Per di più l’evidente sproporzione tra impiegati e operai (80 a 40) avrebbe consigliato anche a un giovane studente di ragioneria di desistere dall’operazione. I risultati di questo spericolato modo di amministrare sono oggi sotto gli occhi di tutti. Chi paga sono gli LSU che dopo 17 anni si ritrovano senza prospettive e possono solo guardare con invidia ai loro colleghi stabilizzati, 13 anni e mezzo orsono, dal Comune di Rieti. Rimane ora l’unica possibilità che questi lavoratori vengano assorbiti in una società regionale. A tal fine il gruppo di opposizione nel consiglio del Lazio farà sentire la sua voce”. Foto: RietiLife ©

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