SENTINELLE IN PIEDI, LIBRI E SILENZIO ALL’OMBRA DELLA CATTEDRALE

Due piazze che manifestano sullo stesso tema ma con punti di vista opposti. È il racconto del pomeriggio reatino diviso tra le Sentinelle in piedi ed i ragazzi di Controvento. Entrambi hanno scelto lo stesso giorno, qualche minuto di differenza e pochi passi di distanza per esprimere la propria posizione, soprattutto in fatto di unioni civili. Piazza Vittori ha ospitato la versione reatina dei Veilleurs debout: uomini, donne e giovani (per lo più neocatecumenali ma non solo), in piedi all’ombra della cattedrale e silenziosamente hanno sfogliato ognuno un libro per opporsi al ddl Scalfarotto (“legge contro l’omofobia”) (QUI LE MOTIVAZIONI DELLE SENTINELLE). Al silenzio delle Sentinelle – illuminate solo da candele e rimaste in piedi per oltre un’ora – si è contrapposta la musica della filodiffusione natalizia in via Cintia, il tintinnio del campanello di un’artista di strada e la colorata “invasione” di alcuni rappresentanti dell’Arcigay de L’Aquila, giunti a Rieti per “fare contro-pubblicità” alle motivazioni delle Sentinelle e supportare la manifestazione di Controvento che, invece, si è tenuta in piazza Vittorio Emanuele. Anche qui in tanti, soprattutto giovani, seduti in circolo hanno manifestato, esprimendo però la loro favorevolezza al ddl Scalfarotto. In uno striscione appeso sul cantiere della torre comunale la sintesi perfetta della manifestazione “L’unica famiglia, quella felice”. Anche in piazza Vittorio Emanuele letture, esposizione delle motivazioni della protesta e la rappresentazione di un matrimonio omosessuale (QUI LE MOTIVAZIONI DI CONTROVENTO). Al termine, un gruppo di manifestanti ha espresso l’intenzione di spostarsi in corteo su via Garibaldi per dirigersi verso la sede di Casapound, inaugurata proprio oggi. Le forze dell’ordine hanno però evitato che il corteo si spostasse da piazza Vittorio Emanuele II. Nonostante le polemiche dei giorni scorsi, entrambe le manifestazioni si sono svolte nell’assoluta tranquillità. (Ch. Di.Foto: Emiliano GRILLOTTI ©

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