“UN LITRO DI LATTE COSTA PIÙ DI UN LITRO DI BENZINA” / LA DENUNCIA DI COLDIRETTI

Dal prezzo alla stalla del produttore al prezzo alle stelle dei supermercati: è questa ormai l’insostenibile situazione venutasi a creare e diventata oggetto di un convegno organizzato da Coldiretti Lazio e tenutosi nei locali della Regione l’11 dicembre. “Latte un “valore” che costa” è il titolo del meeting che ha affrontato, attraverso la presentazione di un dossier, l’ormai annoso problema del latte che vede quadruplicare il livello del prezzo che se dal fronte degli allevatori comporta un introito di circa 0.39 € al litro, per i consumatori significa anche spendere 1.60€ per l’acquisto. Un contesto che vede ormai perfettamente sovrapponibile il mercato del latte a quello della benzina, quest’ultima però, a differenza del primo, in controtendenza rispetto agli ultimi tre anni è riuscita ad abbattere la soglia di 1.60€ e diventata pertanto paradossalmente meno costosa del latte. “Il primo passo necessario per invertire la tendenza è cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione che preoccupa il sistema allevatoriale laziale – ha affermato David Granieri, Presidente Regionale Coldiretti Lazio – un contesto dove le imprese vedono diminuire drasticamente  la propria redditività a fronte di un aumento dei costi che a mala pena è coperto dai prezzi praticati alla stalla”. “I dati diffusi oggi relativi ai costi dell’intera filiera sono allarmanti – ha dichiarato Gabriel Battistelli, Direttore delle Federazioni Coldiretti di Roma e di Rieti – è impensabile che lungo tutto la catena di produzione il peso della quota agricola sia rappresentato solo dal 18%, lasciando così che il prezzo al consumatore sia di fatto costituito da altre componenti. Ancor più grave è la mancanza di trasparenza nei confronto del consumatore, ignaro dei prezzi quadruplicati”. Presente nel 99% delle famiglie italiane, il latte è sicuramente uno degli alimenti di più largo consumo e proprio in virtù di ciò il rischio più elevato per il consumatore proviene soprattutto da dalle importazioni non solo di latte ma anche di latticini, formaggi e cagliate spesso anche congelate che finiscono  in prodotti e derivati lattiero caseari di casa nostra; ciò è reso possibile  anche a causa della mancanza di una chiara legislazione sull’origine delle produzioni che intacca il Made in Italy e la qualità delle sue produzioni. L’ASSESSORE “Diversi sono gli interventi che la Regione Lazio ha messo da subito in campo a sostegno della filiera del latte. Da ultima la piattaforma di interventi redatta con tutte le associazioni di categoria, le organizzazioni professionali, i produttori e gli industriali della trasformazione, inviata al ministro Martina lo scorso ottobre”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Sonia Ricci all’incontro organizzato dalla Coldiretti presso la Sala Tevere della Regione Lazio. “Il prezzo del latte come ben sappiamo – aggiunge – è regolato dalle dinamiche e dalle leggi del mercato, ma insieme possiamo sicuramente intervenire nei processi di valorizzazione e promozione del prodotto verso i consumatori, sensibilizzando inoltre le aziende di trasformazione ad un abbassamento dei costi di vendita. Il nostro impegno è rivolto comunque a garantire l’alta qualità del latte e ad attivare azioni di promozione attraverso l’utilizzo di risorse regionali, per aumentarne la competitività, e attraverso i fondi della nuova programmazione europea 2014/2020”.

La strategia indicata nel dossier diffuso da Coldiretti Lazio suggerisce un’attenuazione dei costi di produzione, un maggiore sostegno finanziario alle imprese anche attraverso l’accesso al credito agevolato e l’attuazione del “pacchetto latte” il cui intento è quello di restituire al mercato maggiore trasparenza. Foto (archivio): RietiLife ©

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