È MORTO BOB LAURISKI: FU IL PRIMO AMERICANO DELLA SEBASTIANI

E’ morto all’età di 63 anni Bob Lauriski, primo giocatore straniero della storia cestistica reatina.  “Robert – ha detto il cognato Rod Tueller – aveva alcuni problemi di salute con il cuore e infezione alle gambe. Siamo assolutamente scioccati per quanto gli è accaduto questo finesettimana e che ha portato via la sua vita”. Laurisky è ricordato come il miglior giocatore di basket della storia della Utah University, stato da cui proveniva. Una volta abbandonato il basket – venne rimpiazzato da Willie Sojourner alla Sebastiani – ha lavorato come guida naturalistica nei parchi dello Utah. L’articolo su Cache Valley Daily. IL RICORDO DI BASKET RIETI.IT La scheda di Bob Laurisky su Basket Rieti, database del basket reatino, recita così sul giocatore che poi venne rimpiazzato da Sojourner. “La scelta del primo straniero della Sebastiani fu abbastanza rapida e cadde su Bob Lauriski: un ragazzone bianco, proveniente dalla Utah State University, alto 2 metri, ottimo tiratore, non velocissimo, mezzi atletici normali ma comunque un’ala di buon valore, come avrebbe confermato durante tutta la sua permanenza in Italia, anche se inadatto fisicamente ai professionisti dell’NBA. Infatti Bob fu appena 6^ scelta dei New York Knickerbockers col numero 96 assoluto. Lombardi, che lo aveva visto esibirsi nei tornei estivi di Roseto e Porto San Giorgio con la maglia della Riccadonna, dette il suo parere favorevole che, però, non convinse del tutto Italo Di Fazi il quale, al pur bravo Lauriski, preferiva John Sutter, ruolo diverso, poichè Italo considerava indispensabile un’ala-pivot in grado di dare una mano a Vendemini sotto canestro e di aiutarlo a maturare. «Italo però accondiscese, nonostante la pensasse diversamente – ricorda Lombardi – perché volevo un giocatore che aiutasse a rimbalzo e in difesa, ma che fosse pure capace di aprire le difese col tiro da fuori per dare spazio a Vendemini e credo che i fatti mi abbiano dato ragione». Lauriski divenne subito un beniamino di Rieti perché era un bravo ragazzo, sia in campo che fuori: mai una parola o un gesto fuori posto, mai un problema in campo o con avversari o arbitri. Cosa altro aspettarsi del resto da un ragazzo cresciuto nello stato dei mormoni? In tre stagioni nella Sebastiani, Bob si tenne sempre sopra i 20 punti e quasi 10 rimbalzi a partita. Cifre mantenute anche quando, dopo essere stato rimpiazzato da Willie Sojourner, passò alla XeroxMilano dal 1977 al 1979. Una volta ritiratosi Bob non si è mai più occupato di basket ed ha preferito la vita all’aperto e la natura per lavorare come guida nei parchi naturali dello Utah. Periodicamente torna a Rieti per venire a trovare il suo grande amico, il dottor Mario Bargellini”. IL POST SU FACEBOOK DI ROBERTO BRUNAMONTI “Ho giocato con te solo una partita..la mia prima in serie A..ma ho avuto comunque la fortuna di conoscerti e di apprezzarti non solo come giocatore di basket ma anche come persona.Ricordo i tuoi ritorni a Rieti e Milano dove avevi lasciato ottimi rapporti..per la famiglia Bargellini eri un figlio aggiunto.Il mio lavoro mi portava tutte l estati nello Utah..guai se non ti chiamavo..vedevi la Summer league con me e commentavi in un perfetto italiano le partite..si..sono proprio stato fortunato nel conoscerti..riposa in pace Bob” (Redazione) Foto: RietiLife ©

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