INTERVISTA A GIOVANNI SACCO: “VI SPIEGO PERCHÉ CHIUDE IL DISTRIBUTORE DI PORTA D’ARCE”

(di Matteo Carrozzoni) Non è ancora una certezza la chiusura dello storico distributore di benzina di Porta D’Arce della famiglia Sacco; manca infatti l’ufficialità da parte della compagnia petrolifera, anch’essa, anche se difficile a credersi, in fase di ridimensionamento e a quanto pare non interessata a seguire gli iter burocratici legati a vicende di carattere urbanistico che riguarderebbero la posizione della struttura, che in mancanza di ulteriori sviluppi, chiuderà i battenti il prossimo 31 ottobre. Abbiamo incontrato lo storico titolare Giovanni Sacco.
“La nuova mentalità delle compagnie preferisce distributori “fai da te” in strade extraurbane – afferma Sacco, classe 1933 e non ha più interesse a mantenere realtà cittadine o meglio, di paese, come la nostra”.
Sono lontani i tempi in cui Sacco partecipò alle lotte sindacali per l’adeguamento dei guadagni dei benzinai a quelli degli altri gestori di monopoli di Stato, come quelli dei tabaccai, con le quali riuscirono a strappare allo Stato un aumento dal 3% all’8%.
Oggi – afferma Sacco – siamo passati da più di un milione di litri erogati a meno di duecentomila e la crisi si fa sentire, ho resistito questi ultimi anni per raggiungere il bonus di uscita della compagnia, ma non mi lamento, è stata una bella avventura”.
Sono lontani i tempi in cui la benzina costava 100 lire al litro ed i distributori di carburanti a Rieti si contavano sulle dita delle mani, la maggior parte in centro storico, come quelli di Vetoli, dove ora sorge l’edicola di largo Santa Barbara, quella di piazza Cesare Battisti, sempre sostituita da un edicola di giornali e quella che si trovava dietro il teatro Flavio Vespasiano del cosiddetto Peppe “Pompa”, dove imparò tutti i segreti della meccanica anche lo storico concessionario Tullio Ciferri.

Fuori le mura c’erano l’Agip di Palazzoli a porta Cintia, Giovanrosa e Galassetti al borgo ed il primo distributore della famiglia Roversi, in viale Morroni dove ora c’è la GS, vicino alla vecchia segheria, dove si realizzavano traverse per la ferrovia e al ritrovo “Vallechiara”, dove si ritrovavano i soldati per ballare insieme alle ragazze che prestavano servizio nelle case delle famiglie benestanti. E proprio queste ragazze erano spesso oggetto di vanterie da parte dei signori dell’epoca, che gareggiavano a chi aveva a servizio la più bella, incontrandosi proprio al distributore di Sacco, che all’epoca, oltre ad essere il primo ed unico gommista della città, era un vero e proprio punto di ritrovo.

“Un tempo porta D’Arce era una zona importante della città; c’erano le poste, la macelleria, due fruttivendoli il maniscalco in via Nuova ed il robivecchi di Zeffero, padre del più noto Lottino, poi arrivò anche la farmacia. Al posto dell’archetto per il passaggio automobilistico c’era la vecchia chiesetta del Suffragio e vicino la fontanella c’era l’officina meccanica Ferroni, mentre fuori le mura, c’era il Dispensario, dove ora è il Cim, dove i dottori Bock e De Sanctis facevano i “raggi”per le malattie polmonari.
Proprio dietro il nostro distributore c’era il servizio funebre del Comune con la carrozza ed i cavalli bianchi, condotta da Romeo col suo cappello da cerimonia. Lì dietro, la notte, ci si nascondeva per giocare a “Caraché”, che non era altro che il semplice testa o croce, ma allora considerato gioco d’azzardo e quindi proibito. Ricordo personaggi noti nel quartiere come Lottino e Rubacore, il tabaccaio Esposti detto Cricché, che fumava quattro pacchetti di sigarette al giorno e la barista Lidia con il suo “caffè con lo schizzo”. Erano persone allegre e scanzonate che davano colore alle giornate”.
Al distributore di Sacco si ritrovavano in molti, dai cacciatori ai personaggi più illustri amanti delle automobili: “C’erano il professor Baroni, primario ospedaliero, l’avvocato Italo Carotti, Margaritelli, Marcucci e Piccardi, o i ragazzi del quartiere a raccontare le gesta presso la casa di appuntamenti della signora Marisa di via del Burò, che ogni quindici giorni portava nuove ragazze e che chiudeva porte e finestre ogni volta che in strada passava un sacerdote.
In tutti questi anni ho visto Rieti crescere, cambiare e poi vivere la crisi – conclude Giovanni Sacco – dopo anni di benessere ci ritroviamo a dover fare i conti col portafoglio. Proprio stamattina, mentre facevamo la spesa, mia moglie si lamentava per i soldi che non bastano mai, ma io le ho detto di essere contenta e di imparare a riapprezzare le cose semplici. Pensa che frustrazione essere ricchi ma troppo anziani per viaggiare o andare in giro a divertirsi!”.
Il 31 ottobre a Porta D’Arce non chiuderà solo uno dei primi distributori di benzina della nostra città, ma un depositario della memoria storica di un quartiere, uno di quegli anziani che si vorrebbe ascoltare davanti al fuoco fino a tarda notte, addormentandosi e sognando immagini in bianco e nero di rombanti auto della mille miglia storica che fanno rifornimento sotto le mura merlate della nostra città. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©

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