SVINCOLO MICIGLIANO, I DEPUTATI DEL M5S PRESENTANO UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Lo svincolo di Micigliano nasconde alla vista l’antica abbazia dei Santi Quirico e Giuditta: per questo i Parlamentari del Movimento 5 Stelle, Zolezzi, Terzoni, Busto, De Rosa, Segoni, Micillo e Daga hanno depositato l’interrogazione al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

L’interrogazione dei parlamentari pentastellati è stata depositata, come scritto nella stessa:

“per sapere se, alla luce delle numerose criticità riportate in seguito, considerato che il sito è stato dichiarato di importante interesse culturale attraverso l’apposizione di un vincolo di tutela diretta e indiretta, i Ministri interrogati, per le proprie competenze, non ritengano opportuno, sentiti gli enti coinvolti, accertare l’ottemperanza alle prescrizioni di tutela indiretta, al fine di evitare che sia compromessa l’integrità del bene e «ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro» ad avviare il procedimento per la reintegrazione del bene monumentale nel sito tutelato paesaggisticamente ed il ripristino dei luoghi al fine di attenuare la gravità del danno e ricondurre l’assetto dell’area alla situazione originaria, compatibile con la tutela e la valorizzazione dell’Abbazia”.

Di seguito tutte le criticità individuate :

  • al chilometro 113 200 della SS4 – Salaria si ergono 13 piloni in cemento realizzati allo scopo di collegare attraverso uno svincolo, il nuovo tratto stradale della Salaria con la strada che porta al comune di Micigliano in provincia di Rieti. L’attuale opera per imponenza e caratteristiche copre completamente alla vista l’Abbazia benedettina di SS. Quirico e Giulitta, del X secolo, distante circa trenta metri dal nuovo impianto infrastrutturale;
  • il medievalista Tersilio Leggio, assessore alla cultura della Provincia di Rieti, scriveva quanto segue sull’Abbazia dei Ss. Quirico e Giulitta di Micigliano (Rieti) nell’opuscolo «Il Museo diffuso», realizzato da Italia Nostra: «(…) nel territorio del comune di Micigliano, l’Abbazia altomedievale sorge nei pressi del greto del fiume, ed oggi dopo un lungo periodo di grave degrado, è in via di completa ristrutturazione. Le prime notizie del monastero risalgono alla seconda metà del secolo X, ma la sua fondazione è databile ai primi decenni del secolo, subito dopo le incursioni saracene che avevano incendiato e saccheggiato le chiese dell’area. (…) La perdita pressoché totale del cartario monastico lascia nell’ombra l’attività dei fondatori benedettini dell’Abbazia ma sicuramente questa ebbe un ruolo di grande rilievo nell’organizzazione territoriale dell’alta valle del Velino. Ai benedettini, infatti, va attribuita l’introduzione dei terrazzamenti che si dispiegano ancor oggi lungo le pendici diboscate dei monti della vallata»;
  • la zona per la sua rilevanza è sottoposta ad una serie di vincoli di carattere ambientale paesaggistico; l’Abbazia e il cantiere stradale sono a ridosso di due grandi aree ZPS-SIC (ZPS IT6020005 Monti Reatini ZPS SIC IT 6020013 Gole del Velino), distanti tra di loro poche centinaia di metri, e di una grande area ritenuta importante per l’avifauna. In essa si adagia l’Abbazia sottoposta a vincolo diretto e diffuso ai sensi del decreto legislativo 42/2004.
    Considerata l’importanza e singolarità dell’abbazia per le sue valenze monumentali e paesaggistiche, il comune di Micigliano negli anni del Giubileo si prodiga e ottiene i fondi per il restauro ed il rilancio turistico del monumento religioso; ma, con la legge obiettivo, si predispone un piano di adeguamento della piattaforma stradale proprio all’altezza dell’abbazia. L’opera ribattezzata «l’otto volante», per le estreme dimensioni, sproporzionate rispetto alle reali necessità del traffico locale, rientra nel più vasto progetto di riqualificazione di un tratto di 3 chilometri della Salaria funzionale alla rettifica dell’attuale impianto stradale. Il ministero delle infrastrutture e trasporti autorizzava i lavori che la società Anas appaltava all’impresa SAFAB s.p.a. in data 13 novembre 2007;
  • transitandovi, sono ben visibili i tredici piloni di cemento armato che si alzano al cielo a 30 metri dall’Abbazia di SS. Quirico e Giulitta, costata 3,5 miliardi di vecchie lire nel Giubileo 2000, per costruire, in zona protetta, uno svincolo a tre uscite per il comune a più bassa densità abitativa della provincia (140 abitanti);
  • così si legge nell’appello indirizzato il 1o luglio 2010 da Riccardo M. Menotti, geologo e ricercatore del CNR di Firenze, al Presidente della Repubblica «quale garante della costituzione che all’articolo 9 tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della nazione» al quale chiede «la sospensione dei lavori, la revisione del progetto ed il ripristino dello stato dei luoghi»;
  • contemporaneamente alla realizzazione delle opere di cantieristica e adeguamento stradale, si concludeva la verifica dell’interesse culturale, ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 42 del 2004, per l’apposizione del vincolo diretto all’Abbazia di Ss Quirico e Giulitta. Il Ministero dei beni culturali dava altresì avvio al procedimento per l’apposizione del vincolo paesaggistico, ai sensi dell’articolo 46 del decreto legislativo 42 del 2004, conclusosi poi con l’adozione del provvedimento di vincolo, datato 23 luglio 2010, con il quale veniva vietata ogni modifica dello stato dei luoghi;
  • nonostante il ricorso presentato al T.A.R. Lazio dalla Soc. Anas Spa contro il Ministero dei beni e le attività culturali (rg.n.?11137 del 2010), il 5 maggio 2010 viene emesso da parte della soprintendenza ai beni architettonici del Lazio nei confronti della SAFAB spa l’ordine di sospensione dei lavori e ripristino dello stato dei luoghi, ai sensi degli «articoli 28, 160, 169 del decreto legislativo n.?42 del 2004, indirizzata unitamente al Nucleo Tutela del Patrimonio culturale dei Carabinieri di Roma e Antrodoco»;
  • emerge da un’interrogazione a risposta scritta, presentata il 18 gennaio 2011 dall’On.?Elisabetta Zamparutti (4-10436), che «l’amministrazione comunale di Micigliano (Rieti – sindaco Franco Nasponi nda.) il 7 aprile 2009 ed il 30 novembre 2009 aveva ricevuto il provvedimento di tutela ai sensi dell’articolo 46 del decreto legislativo n.?42 del 2004 per cui «era tenuta da quella data ad attenersi», «evidenzia che l’ente territoriale non ha ottemperato a quanto disposto con il primo avvio» e pertanto invitava «il Comando Carabinieri, quale postazione locale d’intervenire per rendere esecutiva la sospensione dei lavori e nel contempo si ordina il ripristino dello stato dei luoghi. S’inoltra al Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio copia degli atti citati per l’attivazione di una procedura di controllo sulla grave inadempienza dell’amministrazione comunale»; nella Risoluzione in Commissione 7-00675 presentata il primo agosto 2011 l’Onorevole Zamparutti segnala che «la ditta beneficiata dell’appalto, Safab spa, è stata oggetto di un’ostativa antimafia dalla prefettura di Roma nel novembre 2009 ed il ricorso proposto avverso la citata informativa antimafia e i conseguenti recessi dai contratti è stato respinto dal T.A.R. Lazio – sezione 1-ter, con sentenza n.?3458 del 24 marzo 2011, depositata il 19 aprile 2011; recentemente, il 19 luglio 2011, Consiglio di Stato, sezione III, NR. 4360, ha respinto, come già il TAR, il ricorso della SAFAB, nuova società derivante dalla precedente dopo che tre amministratori e un dipendente, vennero estromessi perché arrestati, avverso le informative antimafia emanate nei suoi confronti dalla prefettura di Roma (n.?220406, 220617 e 22654 del 23 novembre 2010)»;
  • in un convegno del 5 maggio 2009 cui aderiscono Legambiente, Fai, WWF, Cai, Mountain Wilderness, ed Anisa (associazione nazionale insegnanti storia dell’arte), Italia Nostra propone un’alternativa per limitare i danni: un rettifilo con due semplici stop «a raso», il tutto con uno studio su popolazione, traffico e residenti realizzato dall’ingegnere Aldo Riggio docente di tecnica urbanistica a contratto dell’Università Tor Vergata di Roma, con l’intervento di Carlo Cecere ordinario d’ingegneria alla Sapienza di Roma;
  • da quanto stabilito dal TAR Puglia (Bari, Sez. III – 28 maggio 2009, n.?1274), la valutazione dell’incidenza sull’ambiente e sul paesaggio di ogni opera di urbanizzazione primaria non può essere limitata esclusivamente all’area su cui ricade l’intervento ma deve essere necessariamente riferita al complessivo contesto ambientale (ivi compreso lo skyline) entro cui l’opera si inserisce;
  • risulta ad oggi che non sia stata avviata alcuna opera di demolizione per il ripristino ambientale e paesaggistico. Le uniche operazioni di rilievo riguardano la copertura dei piloni in cemento con inerti ottenuti dallo scavo di una galleria distante pochi chilometri dallo svincolo in realizzazione. Tale operazione non può essere ritenuta congrua, visto che il riempimento della sopraelevazione condurrebbe, necessariamente, alla totale chiusura visiva dell’antica Abbazia.

Foto (archivio) RietiLife ©
 

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