BASKET, DIECI ANNI FA LA STORICA PROMOZIONE DELLA SEBASTIANI IN LEGADUE

Dieci anni: 12 giugno 2004 – 12 giugno 2014. Dieci lunghi anni, ma il ricordo è sempre vivo. La Nuova Sebastiani Basket, dopo 16 anni di digiuno, tornava in serie A2 (poi LegaDue). Lo faceva battendo Trapani in gara 3 in un (allora) Palaloniano tutto esaurito, nella finalina di consolazione dopo la sconfitta nella finalissima contro gli acerrimi nemici di Montegranaro. Era la Tris Rieti di Gaetano Papalia, di Maurizio Lasi in panchina, delle leggende Antonello Riva e Domenico Magnifico, ma anche di Guerra, Fazzi e Laezza, del giovanissimo Bagnoli, della bandiera Feliciangeli. I tifosi amarantocelesti, tanti, tantissimi, dopo l’invasione di campo, si riversarono in piazza del Comune festeggiarono per tutta la notte quella storica promozione. Erano anni di grande “fame” di basket, delle file di auto che dal palazzetto arrivavano a Porta d’Arce nonostante fosse solo la B1, di ferite ancora aperte come la finale contro Castelmaggiore di quattro anni prima. Erano anni di passione vera, meno “borghesi” di quelli pur bellissimi della serie A, un calore sincero, autentico, che speriamo torni presto e che ieri sera, in parte, grazie alla Npc, si è ricominciato a respirare. In occasione del decennale, vi proponiamo il racconto che ne ha fatto la memoria storica della pallacanestro locale, Luigi Ricci, sul sito Basketrieti.com. Per sognare ancora, come quella notte. (naz.orl)

RIETI-TRAPANI, UNA PARTITA STORICA

Dopo la conclusione della trionfale regular season del 2003, il 25 Aprile, giorno dell’inizio dei playoff per la promozione in Legadue, nessuno avrebbe mai immaginato che questi si sarebbero rivelati un vero e proprio calvario e che sarebbero durati ben 49 giorni, fino ad arrivare in pieno Giugno. Ma tanto fu. Infatti, prima di raggiungere la meta agognata la Nuova Sebastiani dovette passare sotto le forche caudine della finale persa con Montegranaro, non immaginando che sarebbe stato l’inizio di una rivalità che si sarebbe rivelata ancor più aspra e sentita di quella vissuta negli anni ’70 contro la Mens Sana Siena.
Il compito di contendere alla Tris l’ultimo posto disponibile per la serie A spettò quindi a Trapani, battuta 2-1 nell’altra finale promozione da Castelletto Ticino, che già meditava di vendere il proprio titolo sportivo. I siciliani avevano perso una finale anche l’anno precedente, pur avendo vinto garauno a Sassari, dove giocava proprio Laezza, ed ora rischiavano di subire l’ennesima delusione. Ma in quali condizioni si presentava la Tris alla vigilia di questa ultima prova senza appello?
La squadra di Lasi era sicuramente stanca, forse più mentalmente che fisicamente. Purtroppo Antonello Riva, tormentato per tutti i playoff da un infortunio che non voleva saperne di guarire, non dava segni di ripresa anche se in campo aveva sempre offerto il massimo per rendersi comunque utile alla squadra. In più c’era da recuperare la lucidità di Laezza. Nel frattempo, la leadership della squadra era stata assunta da Fazzi. Gli altri, infine, riuscivano a turno a giocare più o meno sul loro standard anche se Reale appariva in leggera flessione. In ogni caso il fatto di non poter contare del tutto su due elementi come Riva e Laezza avrebbe messo nei guai chiunque.
Gara 1. Tris Rieti – Basket Trapani: 77-75

L’atmosfera che si respirava durante il riscaldamento prima di garauno era meno pesante rispetto ai due pre-partita con Montegranaro: l’afflusso di auto e tifosi al Palaloniano fu più tardivo e un po’ meno intenso del solito ed l’impianto era leggermente meno gremito: certamente molti temevano di subire un’altra delusione dopo quella con Montegranaro.
Dopo la prima palla a due nessuno riusciva a prendere il sopravvento. Laezza non pareva ispirato mentre Riva continuava ad avere problemi in attacco ma si dannava in tutti i modi in difesa per rendersi utile. Fazzi ancora una volta aveva assunto il ruolo di trascinatore. Sull’altro fronte Virgilio sembrava un po’ spento mentre Binelli era del tutto inarrestabile. Rieti manteneva piccoli vantaggi senza riuscire mai a sganciarsi da Trapani che otteneva buone cose dalle seconde linee. Si andò avanti così per tutta la partita.
Arrivati a 1’ dalla fine, la Tris era in vantaggio 73-68. Fazzi però era già fuori per falli. Il solito Binelli siglò il 73-70. A –23” Laezza, al quale fino a quel momento non ne era andata una giusta, perse palla e commise il 5° fallo su Virgilio. A questo punto sulla Tris incombeva lo spettro di dover giocare le battute finali della partita ed un eventuale supplementare senza i play-maker titolari. Niente di peggio per le ormai logore coronarie dei tifosi reatini.
Dopo i due liberi messi a segno da Virgilio (73-72) la palla era tornata in possesso di Rieti. –14”: fallo su Riva che mise a segno il primo tiro libero (74-72) sbagliando il secondo. Il rimbalzo però fu catturato da Bagnoli che subì fallo e, a sua volta, fece 1/2 dalla lunetta (75-72). Partita finita? Neanche per sogno. Palla a Trapani che, grazie a una tripla del velocissimo Berlati, riuscì a impattare (75-75) a –9” dalla sirena. Rimessa della Tris: palla a Guerra il quale, conscio che non si poteva rischiare di andare al supplementare, iniziò un folle coast to coast tra gli avversari, rischiò di perdere palla a metà campo riuscendo però a proteggerla. Proprio il tentativo di raddoppio da parte dei siciliani, spalancò davanti a Max una vera e propria autostrada verso il canestro dentro la quale ci si buttò arrivando in mezzo all’area dei tre secondi, da dove fece partire un sottomano. La palla, dopo essersi impennata sull’anello, attraversò la retina siglando la vittoria della Tris per 77-75. Delirio generale.
Probabilmente il destino della finale svoltò proprio su questa azione. Forse per una legge del contrappasso 16 anni dopo il famigerato canestro di Maurizio Ferro?

Gara 2. Basket Trapani – Tris Rieti: 88-80 d.t.s.

Le poche decine di tifosi che volarono in Sicilia, ma ci fu anche chi andò a Trapani in auto, erano abbastanza fiduciose. Per i padroni di casa la pressione sarebbe stata enorme, per cui la Tris avrebbe potuto giocare al gatto col topo con i siciliani. E poi qualcuno aveva sentenziato che Rieti aveva sempre ottenuto in trasferta i successi più importanti: lo spareggio per la serie A di Pesaro nel 1973, la finale di Coppa Korac a Liegi nel 1980, lo spareggio per la promozione in B1 vinto a Pozzuoli nel 1994.
Forte di queste certezze, il manipolo di tifosi partì alla volta di Trapani. Per tutti gli altri c’era la diretta su RaiSat che, come quella con Montegranaro, fu trasmessa su maxischermo al Palaloniano. Per questo motivo qualcuno sperò in un’altra garadue vittoriosa come nelle Marche anche perché, ad accentuare l’ottimismo, c’era da rilevare che, pur essendo stata costretta a disputare la seconda finale, la Tris nei play-off non aveva mai perso in trasferta (a Vigevano, Lumezzane e Montegranaro).
Detto della calorosissima accoglienza da parte dei tifosi locali, diametralmente opposta a quella ricevuta nelle Marche, e del fatto che gli sportivi siciliani credevano assai poco alla promozione dei loro beniamini, tanto che il palasport di Trapani presentava degli spazi vuoti sulle tribune, per pochissimo alla Tris non riuscì l’impresa di festeggiare in trasferta l’agognata promozione in serie A2.
Diciamo la verità: meglio così. Proprio per questo, col senno di poi, fu perdonato lo sciagurato ultimo quarto disputato dalla Tris, che si era trovata in vantaggio 47-56 dopo 30’ di gioco grazie a uno splendido 50% al tiro da 3. Purtroppo sembra destino che a Trapani, dopo aver disputato delle grandissime prime frazioni di gioco, Rieti debba perdere la testa nelle fasi finali dell’incontro, come già era accaduto in regular season, regalando in pratica la partita ai padroni di casa.
Complice della rimonta dei siciliani, oltre alla sciagurata condotta della Tris, fu anche un arbitraggio assai casalingo. E così, fallo dopo fallo, Trapani rientrò in partita, mentre sul fronte reatino Fazzi, dopo aver lottato nelle partite precedenti, appariva affaticato, poco lucido e con lui un po’ tutti gli altri.
Nonostante ciò, anche perché Trapani registrò uno scandaloso 29/47 dalla lunetta, a 4” dalla fine, sul 74-74, la Tris ebbe ancora a disposizione la palla per evitare il supplementare e vincere. Purtroppo Laezza, forse anche nel tentativo di subire un fallo, si vide invece affibbiare uno sfondamento e perse palla. Nel supplementare la situazione falli dei reatini era troppo pesante per poter lottare fino alla fine e non ci fu nulla da fare. Tutto rimandato a garatre a Rieti.
12 Giugno 2004: Gara 3. Tris Rieti – Basket Trapani: 75-66

L’atmosfera del Palaloniano era molto più distesa, quasi disillusa. I tifosi reatini, ormai abituati a sopportare le sofferenze più incredibili e inaspettate, erano pronti ad accettare con sereno fatalismo il verdetto del campo. Qualunque fosse stato.
Quanto alla partita, le contendenti apparivano ormai come due pugili giunti stremati alla quindicesima ripresa con verdetto pari da parte dei giudici. Entrambe stavano raschiando dal fondo del barile le residue energie mentali e fisiche prima del gong che segnava l’inizio dell’ultimissimo round. Cosa avrebbe potuto spostare l’equilibrio a favore dell’una o dell’altra?
Quanto al fattore campo, nessuno era disposto a credere che per la terza volta, dopo Castelmaggiore e Montegranaro, il Palaloniano avrebbe visto la squadra ospite festeggiare la promozione in Legadue e poi c’era la consapevolezza che, mentre Trapani poteva fare affidamento principalmente sulle invenzioni di Binelli e Virgilio, la Tris aveva invece otto uomini in grado a turno di spaccare in due una partita. La domanda era: chi sarebbe stato quell’uomo?
Ebbene, il destino aveva scelto probabilmente quello più giusto. Colui che, il 1° Giugno del 2000, giocando per Castelmaggiore, aveva affossato le speranze della Virtus di tornare in serie A. Colui che, 48 giorni prima, con un banale fallo antisportivo commesso in garauno contro Vigevano, aveva rischiato di compromettere il cammino della Tris nei play-off appena iniziati, tanto da dichiarare che avrebbe addirittura smesso di giocare. Era Roberto Feliciangeli: romano di nascita ma, ormai, reatino d’adozione, come spesso capita ai giocatori che transitano per Rieti.
La sua prestazione in garatre, come quella di quattro anni prima con la maglia di Castelmaggiore, fu da incorniciare. La Tris, infatti, trascinata da Picchio, partì subito in quarta: 11 punti di vantaggio che sarebbero diventati 18 al 24’, nonostante un accenno di rimonta da parte di Trapani.
Gli ospiti però non mollarono mai, anche se la sensazione fu che la Tris non avrebbe mai potuto perdere. Trapani riuscì a resistere fino a 4’ dal termine e poi si arrese, grazie anche a un paio di importanti canestri di capitan Antonello Riva che, oltre a riscattare dei playoff sui quali Nembo Kid avrebbe certamente lasciato una diversa impronta se non fosse stato tormentato dai problemi fisici, imposero il sigillo definitivo sulla promozione.
A 10” dalla sirena finale gli sportivi reatini erano già a bordo campo, pronti per una festante invasione di campo, mentre i siciliani rinunciavano a giocare l’ultima inutile azione per congratularsi con gli avversari.
Per la prima volta nella sua storia la Rieti del basket poteva festeggiare uno storico successo nel Palaloniano. Erano trascorsi esattamente 5915 giorni da quello in cui il diabolico canestro di Maurizio Ferro aveva condannato la A.M.G. Sebastiani al purgatorio. Ora, finalmente, la rinata Nuova Sebastiani dopo 16 lunghi anni d’attesa ritornava in Legadue e per la prima volta nella sua storia, dopo aver festeggiato la prima promozione in serie A a Pesaro nel 1973, la conquista della Coppa Korac a Liegi nel 1980, la promozione in B1 a Pozzuoli nel 1994, finalmente Rieti celebrava la conquista di un grande obiettivo come il ritorno in A2 nel sua casa: il Palaloniano.
Immediatamente scattarono brindisi, caroselli d’auto, tuffi nella Fontana degli Angeli in piazza Vittorio Emanuele II ed ogni altro genere di manifestazioni di gioia e trionfo. Il primo passo, il ritorno in Legadue, era stato finalmente compiuto e tra tutte le allegre immagini che passarono davanti ai nostri occhi in quella indimenticabile festa cittadina ci piace ricordarne una, assai simpatica, in particolare. Ore 2.30 di notte: la statua di San Francesco, davanti alla Cattedrale di Santa Maria, con la sciarpa amarantoceleste della Nuova Sebastiani avvolta intorno al collo e la bandiera del medesimo colore tra le mani.

Il tabellino di quella storica partita.
RIETI: (17/27, 9/29, TL 14/22) – Laezza 12 (1/4, 3/6), A. Riva 9 (2/3, 1/6), Feliciangeli 21 (7/7, 1/4), Reale 6 (1/4, 1/1), Bagnoli 10 (4/6, 0/1), Guerra 8 (1/1, 2/7), Fazzi 9 (1/2, 1/4), Bianchi (0/4), ne Evangelisti e I. Riva. All. Lasi
TRAPANI: (15/36, 6/20, 18/29) – Virgilio 8 (2/6, 0/6), Berlati 12 (3/6, 0/2), Rabaglietti 1 (0/1), Serena 7 (1/1, 1/1), Scrocco 8 (2/2, 1/3), Binelli 17 (7/15), Zamberlan 3 (0/1, 1/5), Di Marcantonio (3/7), Zivic 1 (0/1, 0/1), ne Erice. All. Trullo

Foto: Basketrieti/GRILLOTTI ©

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