FEDERLAZIO, ECCO L’INDAGINE CONGIUNTURALE. “IL GOVERNO METTA AL CENTRO LO SVILUPPO”

E’ stata presentata oggi l’indagine congiunturale della Federlazio di Rieti sulle piccole e medie imprese del Lazio relativa al secondo semestre 2013. Un’indagine che, come sottolineato dal presidente Antonio D’Onofrio e dal direttore Antonio Zanetti, mostra relativamente ai principali indicatori congiunturali, tra cui l’andamento degli ordinativi e della produzione, una situazione molto simile al semestre precedente anche se si segnala una leggerissima ripresa del mercato interno.

“Infatti –  ha affermato il presidente D’Onofrio – se analizziamo il dato aggregato e ne esaminiamo le diverse componenti, osserviamo che la dinamica del mercato interno permane sì negativa, ma un po’ meno del semestre scorso, e quella del mercato estero resta sì positiva, ma un po’ meno rispetto all’analogo periodo. Ciò lascerebbe supporre che, sebbene dentro un contesto sostanzialmente inalterato nel suo profilo generale, il mercato domestico, che è stato in questi ultimi anni il vero elemento critico per le imprese, cominci a segnalare qualche lieve movimento, per quanto permanga lo sconcerto delle Piccole e medie imprese, testimoniato dai dati sulle intenzioni di investimento nei prossimi mesi”.

“Potrebbe essere che il tessuto di piccola e media impresa della regione, dopo aver subìto un consistente e tutt’altro che concluso dimagrimento in questi ultimi 5 anni, e dopo aver ridimensionato sensibilmente i propri organici, – ha precisato D’Onofrio – stia ora cercando di mettere in piedi una prima, faticosa reazione per adattarsi, per quanto possibile, al nuovo scenario. E’ chiaro che stiamo parlando di segnali flebili, incerti, parzialmente contraddittori, che potrebbero benissimo capovolgersi nei prossimi mesi e che richiederebbero ancora di essere stabilizzati per poter autorizzare certe conclusioni”.

Analizzando i dettagli dell’indagine, emerge come il saldo di opinioni delle imprese sull’andamento degli ordinativi e del fatturato resti negativo, ma con una lieve attenuazione rispetto alla prima parte del 2013 grazie soprattutto al recupero degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale. In decelerazione invece gli ordini ricevuti dal mercato Ue e da quello extra Ue. Secondo le imprese intervistate, ciò che rende meno competitiva la propria attività rispetto ai concorrenti è la pressione fiscale (31,2% degli intervistati), il costo del lavoro (22,6%), la complessità normativa e burocratica (17,8%), il costo dei servizi (14%), il costo del credito (10,2%), mentre tra le azioni che il Governo regionale dovrebbe porre in atto per uscire dalla crisi, spicca al 70,9% la riduzione delle tasse su impresa e lavoro.

I vertici della Federlazio di Rieti hanno ribadito durante l’incontro che è altrettanto chiaro che affinché tale stabilizzazione arrivi al punto da potersi parlare, quanto meno di inversione di tendenza, dovranno verificarsi una serie di condizioni afferenti alla sfera politico-istituzionale.

“E’ necessario e prioritario da subito – ha aggiunto D’Onofrio – rimettere al centro delle azioni politico-istituzionali lo sviluppo dell’impresa e dell’attività produttiva, non è possibile che il Governo si limiti a discutere su legge elettorale ed impeachment del presidente della Repubblica. Per fare questo bisogna immediatamente procedere a ridurre significativamente la pressione fiscale,  eliminare gli sprechi nella P.A.,  effettuare una drastica riduzione dei costi/privilegi della politica e del sistema pubblico nelle sue varie articolazioni, semplificare proceduralmente tutte le pastoie burocratiche oggi esistenti e rendere tutto più semplice e facilmente comprensibile a tutti”.

“Più o meno tutti oggi sanno dove si annidano le principali criticità del sistema. – ha aggiunto il direttore Antonio Zanetti – Quello che al contrario manca è, da un lato, un attore di governo capace di attuare soluzioni in modo deciso, tempestivo e senza tentennamenti; dall’altro una società civile che sappia e voglia anch’essa accettare la sfida del cambiamento, senza resistenze, con coraggio e con spirito innovativo. Perché tutto questo possa accadere occorre che si lascino alle spalle vizi nazionali, consolidate abitudini mentali e comportamenti tradizionali. Noi abbiamo smarrito il senso della progressione verso un progetto collettivo, capace di mobilitare le energie morali e psicologiche della società. Oggi alla politica si richiede di avere il coraggio delle grandi sfide e delle scelte forti. Non è più sufficiente gestire l’esistente. A livello locale ci attendiamo di vedere a breve attuati i Plus mentre l’Accordo di programma non deve rimanere un mero manifesto”. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©

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