NOTTING HILL, THE BLUE DOOR E… UNA REATINA: “SURREALE MA BELLO”

(di Valentina Fabri) “Notting Hill, il mio angolo di Londra preferito. C’è il mercato, dove nei giorni feriali si vende ogni genere di frutta e verdura noto all’uomo […]. E poi all’improvviso è il fine settimana. Dall’alba  centinaia di bancarelle sbucano fuori dal nulla, affollando Portobello Road fino a Notting Hill Gate e dovunque guardi, migliaia di persone comprano milioni di oggetti di antiquariato, alcuni autentici, altri…non proprio autentici.” -William Tucker-

 

Era il 1999, quando arrivò nelle sale cinematografiche un film destinato a diventare un cult degli eterni romantici e che nel mio recente viaggio non potevo certo evitare di riassaporare, ripercorrendone i fotogrammi. Questo inizio d’anno mi ha portata a Londra per un lungo weekend turistico nel quale non avrei certo potuto rinunciare ad una visita ad uno dei quartieri più caratteristici della città: Notting Hill.

Ho scelto il sabato, giorno della settimana consigliato anche dalle guide turistiche, proprio per via del folkloristico mercato. Una volta arrivata… beh, era davvero tutto esattamente così. Intere vie piene di colori, non solo per via degli sgargianti palazzi che delimitano le strade, ma anche per i più svariati tipi di oggetti in vendita. Un quartiere che affascina e coinvolge tutti i sensi: profumi di ogni genere che si inseguono man mano che si procede: dalle numerose bakeries che espongono tipici dolci inglesi, alle grigliate di arrosti intrisi di salse, passando per sandwich il cui contenuto…rimane ancora un mistero per me!

Un tripudio di colori, profumi, voci, persone, finchè non ci si imbatte in un negozio, apparentemente simile alle centinaia di Portobello Road ma che ad uno sguardo più attento ricorda qualcosa di visto; era lì, il “The travel book” di Hugh Grant, ora trasformato in un comunissimo negozio di scarpe che però ha astutamente mantenuto l’inconfondibile vetrina in legno blu. Proseguendo, mi soffermo da un anziano signore, col suo cappello tipicamente inglese. Oltre un secolo di fotografia racchiuso nelle decine di macchine fotografiche esposte sul suo banco. Accanto a lui, qualcuno che avrà certamente tirato fuori anticaglie dalla sua cantina: pezzi di argenteria rovinata dal tempo, carrozzine per bambini probabilmente di 50 anni fa. Tutto ciò che oggi va di moda definire “vintage”. Passeggio tra le vie del mercato di Notting Hill e viene spontaneo canticchiare Ain’t no sunshine di Bill Withers (ma questo lo capiranno solo i veri intenditori!).

Proseguo nel mio giro e ad un tratto, sulla sinistra, un gruppo di persone piantona un palazzo fotografando e facendo riprese. Mi avvicino incuriosita ed eccola: quella conosciuta agli inglesi come “the blue door” è proprio lì, al 280 di Westbourne Park Road, per la precisione. Rispetto al film, sono molte le differenze: gli sventurati vicini di casa, certamente perseguitati dall’indiscreta curiosità dei turisti, hanno dipinto di  rosso il loro portone, certi così di evitare fastidiose invadenze! La classica (e forse un filo banale) espressione “il tempo si è fermato” è quanto mai azzeccata in questo caso; la sensazione che si avverte è quella di una tranquillità lontana dalla frenesia del centro della città. E alla fine, tornando a casa, ancora una volta, qualcuno per me ha già trovato le parole più giuste per descrivere Notting Hill: “Surreale…ma bello”. Foto: RietiLife ©

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