TRUFFA IN REGIONE, LIDIA NOBILI: “A ROMA ANDAVO CON UNA LAGUNA DIESEL, NON IN PORSCHE”

Anche i quotidiani locali, Il Messaggero ed il Corriere di Rieti oggi si sono occupati di Lidia Nobili e dell’avviso di fine indagine che l’ha raggiunta, inviato dalla Procura di Roma: sull’ex consigliere regionale reatino grava l’accusa di truffa. Nobili adesso deve giustificare (leggi), come scrivono i pm “nove fatture per un totale di 139 mila euro risultate in parte false. Si tratta di documentazione emessa dalla Lallaria srl in ragione di un’attività di intermediazione mai espletata e nella maggior parte dei casi con la causale “la Regione incontra Rieti” mentre in realtà erano eventi per pubblicizzare la sua candidatura alle comunali di Rieti». Di seguito gli articoli dei quotidiani locali.

 

L’ARTICOLO

Il pezzo di seguito è tratto da il Corriere di Rieti uscito oggi in edicola.

“Non ho ricevuto nessuna comunicazione in merito alla chiusura delle indagini, se così fosse mi fa piacere perché potrò finalmente dimostrare la mia completa estraneità ai fatti”. Mostra serenità l’ex consigliere regionale del Pdl, Lidia Nobili, finita ieri di nuovo al centro dell’attenzione di giornali e tv nazionali per la notizia della conclusione delle indagini da parte dei magistrati di Roma. Quattro i politici Pdl che rischiano il processo: Galetto, De Romanis, Del Balzo e, appunto, Lidia Nobili. Secondo le anticipazioni di stampa, Nobili dovrà rispondere di truffa e dovrà giustificare nove fatture per un totale di 139mila euro, “risultate in parte false” scriveva ieri il Corriere della Sera. In sostanza l’accusa è che una parte dei soldi fatturati alla società Lallaria non sarebbero stati utilizzati per le attività previste ma per pubblicizzare la candidatura di Lidia Nobili alle comunali di Rieti. “Alcune affermazioni dei giornali sono completamente inventate – ribatte l’attuale consigliere comunale di Forza Italia – Non sono mai andata a Roma in Porsche ma con una Laguna diesel (ieri infatti si parlava anche di rimborsi chiesti per spostamenti Rieti-Roma in Porsche, ndr). Tutte le attività istituzionali erano previste e legittime e sono state gestite da una ditta di promozione di eventi, la Lallaria appunto, che si occupava di organizzare gli incontri e pagare le relative fatture. I soldi andavano da Franco Fiorito (all’epoca capogruppo regionale Pdl, ndr) a Lallaria – spiega Nobili – la quale provvedeva poi a pagare i fornitori. Tutte le fatture sono state depositate alla Procura e alla Guardia di Finanza. E’ tutto perfettamente rendicontato”. Nobili spiega poi di “aver sempre ritenuto che i fondi nella disponibilità dei gruppi fossero eccessivi ma è una situazione che io ho trovato, è sempre esistita. Tutti i consiglieri regionali, di destra e di sinistra – ribadisce Lidia Nobili scandendo bene le parole – utilizzavano tali fondi, nessuno escluso. Non c’era un regolamento, servivano per manifestazioni politiche sul territorio e ognuno li utilizzavano come riteneva più opportuno. Io li ho utilizzati solo e soltanto per manifestazioni sul territorio”. L’ex assessore del Comune di Rieti fornisce anche una chiave di lettura dell’intera questione. “Mi corre l’obbligo di ricordare che io sono stata tra i consiglieri che hanno sfiduciato Franco Fiorito (sostituito poi dal viterbese Francesco Battistoni, ndr), avevo evidenziato la sua mala gestione. Lui evidentemente per vendicarsi – conclude Lidia Nobili – ha fatto una denuncia in Procura ma ha denunciato solo quelli che lo avevano sfiduciato, non altri”. E intanto prosegue anche l’indagine della Procura di Rieti sulla gestione dei fondi del Partito Democratico nella passata consiliatura, con gli accertamenti condotti dal Nucleo tributario che indaga per ordine del procuratore Giuseppe Saieva per falso e peculato.

 

L’INTERVISTA

Il Messaggero di Rieti ha intervistato l’ex consigliere regionale Lidia Nobili. Di seguito il pezzo pubblicato oggi a pagina 34 dell’edizione locale del quotidiano.

 

Serena, tranquilla. Pronta alla battuta, prodiga di spiegazioni. Lidia Nobili non lesina parole, né particolari in merito alla vicenda giudiziaria che la vede coinvolta. «Non ho nulla da nascondere, non ho preso un soldo e sono convinta che la verità dei fatti verrà totalmente accertata dalla magistratura. Non ho motivo, insomma, per preoccuparmi e non rispondere ».

Ma la Procura di Roma ipotizza il reato di truffa nei suoi confronti.

«Personalmente non ho ancora ricevuto nulla. Ma credo ormai che i magistrati informino prima i giornalisti dei diretti interessati. Non mi meraviglio, né mi scandalizzo. Le cose ora vanno così».

Sì, ma sulla vicenda dei rimborsi che le vengono contestati, cosa ha da dire? L’accusano di averli utilizzati per la campagna elettorale delle amministrative dello scorso anno.

«Ci sono tre livelli. Il primo riguarda Franco Fiorito, l’ex capogruppo regionale del Pdl dal quale ha avuto origine la vicenda. Fiorito, per una sorta di ripicca o vendetta politica, ha denunciato solo i consiglieri che a suo tempo firmarono la sfiducia nei suoi confronti, tra cui io. In questa vicenda c’è quindi un forte aspetto personalistico. In secondo luogo, i fondi regionali, finalizzati alle manifestazioni sui territori, erano nella disponibilità di tutti i gruppi consiliari e da tutti i gruppi venivano usati. Troppi? Probabilmente sì e lo ha anche detto in tempi non sospetti. Ma io li ho trovati e li ho usati per Rieti, per promuovere il territorio in Regione. Aggiungo anche che non c’erano regole particolari che codificavano il loro utilizzo. In tre anni, poi, la cifra da me utilizzata è ben inferiore ai 139mila euro che oggi la Procura mi contesta».

Ma quei soldi, quei 139mila euro sono stati pagati dalla Regione.

«Vede, per l’attività politica che io organizzavo sui territori davo mandato alla società Lallaria srl di Paolo Campanelli, la quale presentava poi la fattura al capogruppo Franco Fiorito. Era poi Fiorito a pagare la Lallaria e questa, a sua volta, saldava i conti con le ditte o i collaboratori che sul territorio di Rieti avevano collaborato all’organizzazione dell’evento. Da me non è mai passato un euro e non capisco il motivo delle contestazioni che mi vengono sollevate. Ora aspettiamo di vedere gli atti».Foto: Emiliano GRILLOTTI ©

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