ARIETI RUGBY, I GIOCATORI ROMPONO CON LA SOCIETÀ E CHIEDONO CHE LA GESTIONE PASSI AGLI OLD

Quello che pubblichiamo è il comunicato letto da alcuni giocatori del squadra di rugby locale, gli Arieti, durante la Notte Amarantoceleste di venerdì sera. Per comprenderne il significato, è opportuno fare un passo indietro e riepilogare in estrema sintesi quanto avvenuto nel movimento della palla ovale in queste ultime settimane di alta tensione. Un gruppo di giocatori (quasi tutta la prima squadra degli Arieti) il 19 agosto ha disertato il raduno precampionato in aperta protesta con la dirigenza e ha cominciato gli allenamenti separatamente al Guidobaldi. A detta dei dissidenti, la società non avrebbe tutelato abbastanza il movimento locale, a partire dal settore giovanile. Tra le cause della protesta, anche il mancato pagamento di alcuni rimborsi della scorsa stagione. La presa di posizione dei giocatori ha portato alle dimissioni del presidente Tito Capriccioli, bersaglio numero uno dei dissidenti (“Si critica soltanto, ma non si ricordano gli sforzi fatti in questi anni dalla società”, ha replicato Capriccioli). Il consiglio direttivo ha così affidato la presidenza pro-tempore a Dino Giovannelli, figura storica del rugby locale, ma il suo tentativo di mediazione con i giocatori, che chiedevano l’ingresso di due propri rappresentanti nel consiglio direttivo, è andato a vuoto. Così, per superare l’impasse, un gruppo di Old (l’associazione che raduna le vecchie glorie del rugby cittadino) ha proposto di prendere in gestione la prima squadra. Di seguito, il comunicato dei giocatori, che spingono per questa soluzione. (naz.orl)

 
«Prima di ogni altra parola riteniamo doveroso ricordare l’amico Paolo Martini, che l’anno scorso era con noi su questo palco fisicamente e oggi è ugualmente con noi nella memoria indelebile. Ciao Paolo…

Il nostro movimento sta attraversando un momento difficile in quanto chi lo gestisce dimostra di non amarlo. Dopo una stagione fatta di promesse non mantenute, finita senza fisioterapista, senza preparatore atletico, senza rimborsi ai giocatori provenienti da lontano ma che non ci hanno abbandonato, oggi noi chiediamo che ci venga permesso di giocare a rugby con dignità.

Siamo stati accusati di non giocare per pochi spicci… La verità è che nessuno dei rugbisti reatini ha mai percepito un euro ma ci è stato solo tolto il piacere del gioco. Siamo andati incontro alla società grazie ad un gruppo di volenterosi Old che si è offerto di gestire tutta la parte operativa della nostra stagione e di far fronte alla metà dei costi di gestione, liberando la dirigenza da un gravoso impegno, che ha già dimostrato di non saper portare a termine e permettendogli di concentrarsi su quel settore giovanile su cui dice di puntare, disastrato da anni di mala gestione. Settore giovanile che dalla ricongiunzione delle due società avrebbe dovuto guadagnare ma che ad oggi si trova ancora in alto mare, senza allenatori, senza programmi, senza progetti.

Siamo qui per chiedere alla società del rugby di accettare la proposta degli Old, per salvare questa squadra, per il bene di questa città, per permettere ai nostri figli di potersi ancora arricchire dei valori di questo sport. Presidente accetta, un tuo rifiuto suonerebbe come una ulteriore dichiarazione di abbandono. E’ ora di fermare questo processo che sta uccidendo il nostro amato sport, che ha portato i colori amarantocelesti nei campi di tutta Italia dal 1961 ad oggi e che desideriamo che venga restituito a chi lo ama davvero. Ci troviamo qui perché siamo rugbisti e non ci siamo mai tirati indietro di fronte a nessuna difficoltà. Speriamo che la società faccia lo stesso. Grazie». Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©

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