L’EDITORIALE DI FORMAT – “NOI VOLIAMO BASSO”

“Noi voliamo basso” di Stefania Santoprete.

Non so se quello che scriviamo su questo giornale possa far cambiare le vostre idee. Anzi, non so nemmeno se questo dovrebbe essere considerato nostro compito.
Quando abbiamo pensato a questa rivista lo abbiamo fatto tenendo conto dei 24 anni di radio che avevamo alle spalle. Ventiquattro lunghi anni in cui ogni giorno si era concentrati su quanto avveniva intorno, captando i temi che ritenevamo più urgenti per il nostro pubblico. Musica, ma anche radiogiornali e notizie relative al nostro territorio. La voglia di comunicare è una sorta di virus, una volta preso non ti lascia più.
E mentre nello studio di trasmissione si recitava il de profundis, nelle altre stanze della nostra redazione si udivano i primi vagiti di Format. A Rieti difficilmente chi incappa nel mondo dei media decide di farne la propria principale attività; per noi invece è stato così in entrambi i casi.
Nessuna ‘copertura’ alle spalle, nessun ‘sovvenzionamento’ più o meno nascosto, solo pura capacità di reperire pubblicità offrendo in cambio serietà e professionalità accumulate negli anni sul campo.
Così ancora è. Format vi viene consegnato ogni mese direttamente in casa gratuitamente grazie a quegli inserzionisti che ne hanno capito il valore e che, nonostante la crisi, pochi conoscendo le regole di mercato, decidono di investire nella propria immagine. (Nel caso questa rivista risultasse di vostro gradimento, sarebbe bello far loro giungere la vostra gratitudine con un’attenzione particolare ai rispettivi punti vendita..)
Tale premessa per rivendicare la ‘non faziosità’ di questa testata e la voglia di sottrarsi a strumentalizzazioni di ogni tipo.
Vi accorgerete che alcune prese di posizione possono addirittura risultare contrastanti tra loro ma che, di base, c’è la voglia di credere ancora in questa Città, in questa terra, la speranza di poter costruire tutti insieme un nuovo modo di vedere e di pensare capace di traghettarci al di fuori dei confini delle nostre mura. E scusate se non siamo in grado di apprezzare o condividere un certo modo di parlare ‘politichese’ o per ‘partito preso’, se rifuggiamo da coloro che, pur nascondendosi dietro il ‘ nuovo’, il ‘moderno’, ricalcano certi stereotipi del passato nauseanti. Non accettiamo di vivere in un luogo in cui ogni nostro pensiero, sia pure assolutamente spontaneo, venga riletto in chiave politica, dove prima di capire di cosa si parli ci si domanda per chi si possa aver votato: questo è logorante.
Lo so, è difficile da comprendere per chi pensa che uno strumento come questo possa rappresentare un mezzo potente da utilizzare per minacciare chicchessia e costringerlo a piegarsi ai nostri voleri. Cosa posso rispondere in nostra difesa? Che non abbiamo mai posseduto un porto d’armi e siamo contro la violenza.
Vogliamo insieme a voi tentare di ‘conoscere’. Vorremmo entrare dentro certi meccanismi e raccontarli alla gente lasciandole la libertà di credere o no alla buona fede di chi li attua. Per intenderci: per l’amore che proviamo per questa Città e per quella voglia di riscatto che meriterebbe, non intendiamo chiederci se una determinata manifestazione, un evento, un programma sia di destra o di sinistra. Vorremmo solo giudicarlo in base all’impatto che ha con il territorio, con le attività economiche, con le ricadute in termini di turismo e visibilità. E per quel che abbiamo visto e sentito quella passata è stata una delle estati più ricche di avvenimenti considerevoli che si ricordi: dagli ‘Europei di Atletica’ al ‘RIC’ a ‘Rieti Cuore Piccante’, al Meeting di Atletica Leggera. Lo dicono i numeri dei visitatori, lo confermano le presenza nelle strutture ricettive, lo manifesta l’entusiasmo degli standisti. Qualcuno ci pregava di sottolineare che se la chiusura del centro storico fosse riservata ad eventi di questa portata (e di questa lunghezza aggiungeremmo) nessuno avrebbe nulla da eccepire. Eppure – incredibile e sconvolgente – c’è chi ha preferito fare delle scelte di chiusura esercizio tassative, privandosi di ulteriore incasso.
Anche nella critica, in questo giornale, non c’è mai la volontà di sminuire quanto si sta facendo ma l’amarezza per aver perso una possibilità di migliorare la qualità.
Cosa volete farci? Noi voliamo basso.
Alle aquile rapaci lasciamo l’intero cielo.
Foto: FORMAT ©

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