LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE PRESENTANO LE PROPRIE PROPOSTE PER IL TERMINILLO

«Basteranno i 29 milioni stanziati dalla Regione Lazio? Saranno sufficienti l’acquisto di seggiovie usate, la quasi totale preferenza accordata allo sviluppo dello sci nel territorio, la concessione ad una società privata dei diritti di sfruttamento sciistico della più bella valle del Terminillo, protetta anche dall’Unione Europea, per rilanciare un’economia in crisi? E ancora, sarà sufficiente tutto ciò per rilanciare la montagna reatina?». Tornano alla carica le associazioni Club Alpino Italiano Gruppo Regionale Lazio, Altura Lazio, Federtrek, Forum Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Italia Nostra Rieti, LIPU Lazio, Mountain Wilderness Lazio, Post Tribù, Rieti Virtuosa e Slow Food Rieti, che nei giorni scorsi hanno chiesto conto di come si stanno spendendo i fondi a disposizione per il rilancio del Terminillo (LEGGI QUI), provocando la risposta del sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini («Dove sono stati finora?»). Di seguito l’intervento integrale delle associazioni.
«Benché sia apprezzabile lo sforzo di comunicazione del Sindaco di Leonessa in merito alle tante criticità da noi sollevate sul Progetto Orlandi (e che conosceva benissimo perché i nostri portavoce lo hanno sempre espresso in incontri pubblici), tuttavia questo non solo non comunica la realtà dei fatti, ma addirittura travisa e stravolge a proprio comodo e uso i convincimenti dell’opinione pubblica che ha avuto modo di avvicinarsi alla questione. Difatti, tutti i soggetti firmatari del precedente comunicato stampa e delle memorie esplicative presentate agli organi regionali sono, senza ombra di dubbio, favorevoli all’ammodernamento degli impianti da sci esistenti e all’investimento, anche pubblico, volto a favorire lo sviluppo di un turismo sostenibile. Nessuno discute la necessità di ammodernamento di Campostella o degli altri impianti effettivamente esistenti, anche se spesso fino all’anno passato non funzionanti non certo per colpa degli ambientalisti. Ma di qui a voler far passare come “ripristino o ammodernamento” la sostituzione di impianti dismessi da cinquant’anni, oppure pretendere di equiparare un elettrodotto ad una seggiovia (con gli annessi che questa comporta) e, più in generale, pretendere di spacciare il Progetto “Terminillo Stazione Montana” (leggi TSM S.p.A.) per un progetto di turismo responsabile, ci sembra oltrepassare il comune buon senso! Il Terminillo è un gioiello che sino ad ora ha visto ingenti investimenti pubblici nell’edilizia finiti poi in cattedrali nel deserto (la piscina e il campo d’altura per es.). Ma a fronte di tutto ciò resta un territorio che vanta specificità che finalmente meritano valorizzazione in un quadro di turismo europeo più attuale e competitivo. Il turismo naturalistico, come una volta di più sostiene Ecotur 2013, è una voce economica ancora in crescita, e lì occorre investire con un piano organico, ben fatto e duraturo.

Il Terminillo e i Monti Reatini possono diventare la Capitale Nazionale del turismo legato ai Cammini, grazie anche alla vicinanza con Roma Capitale. Bisogna favorire e sostenere economicamente le attività e i servizi di tipo familiare, inclusa l’accoglienza e la qualità eno-gastronomica offerta, facendone un sistema efficiente e d’eccellenza, alla portata di tutti, visti i tempi di crisi. Bisogna finalmente pensare ad una Legge Regionale sulla Montagna come è accaduto in altre regioni italiane, una legge unica che promuova e incoraggi, in un quadro di piano organico green, tutte le attività sostenibili in grado di attrarre il turismo europeo; in questo senso bisogna sostenere il rilancio dell’imprenditoria giovanile, soprattutto quella silvo-agro-pastorale con finanziamenti specifici e finalizzati al ripopolamento delle comunità in questi luoghi. Bisogna potenziare il Centro Salute Terminillo, creando un centro terapeutico operativo tutto l’anno per la diagnosi e cura delle malattie cardiovascolari e respiratorie, in rete con l’Istituto Pio XII a Misurina, l’unico centro esistente in Italia (in Europa se ne contano solo due). Sarebbe il primo Centro Appenninico che servirebbe tutto il Centro Sud Italia. Bisogna, infine, istituire l’Università della Montagna Mediterranea con un corso di Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano, con la Sabina Universitas e l’Università della Tuscia in rete con l’Università della Montagna di Edolo sulle Alpi, l’unica realtà italiana in questo settore in grado di formare giovani capaci di svolgere compiti tecnici, gestionali e professionali in attività inerenti il settore agro-biologico e le relative tecnologie in montagna e/o in valle.

Quello che appare inaccettabile è che il Terminillo, piccolo gioiello che mantiene delle fragili peculiarità di ecosistemi, può essere intaccato da certe scelte progettuali che aggrediscono in modo irreversibile le zone più pregiate ed importanti del massiccio. Stravolgere la montagna con i tanti nuovi impianti di sci, strade asfaltate, parcheggi, rifugi e più in generale strutture di permanenza antropica in quota, è un’idea che va contro ogni buon senso, ed è superata rispetto agli standard che richiede l’Europa. Né valgono le considerazioni sui piani di compensazione, che solo teoricamente sono praticabili, e che valgono solo per talune specie arboree. L’impatto antropico su habitat tanto particolari e uniche non è compensabile. E non siamo i primi a sostenerlo, visto che l’Unione Europea vincola e protegge queste zone, e singolarmente la flora e la fauna che vi risiede. Non solo: le valutazioni dell’utilità economica del progetto Orlandi sono irrealistiche, fondate su dati vecchi di quasi dieci anni, tanto da rasentare la illogicità. Senza considerare poi che è prossima una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese proprio per la pessima gestione che viene fatta delle zone (SIC e ZPS) che per volontà nostra ed europea, che piaccia o no, sono vincolate. Attendiamo quindi un incontro in Regione per un confronto serio e pacato, e per avanzare le nostre proposte operative e alternative». Foto: RietiLife ©

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