EUROPEI, EMOZIONI COME SE PIOVESSE

Cala il sipario sugli Europei Juniores del Guidobaldi. Dal lato sportivo, si chiudono con la delusione del quinto posto di Roberta Bruni nell’asta (ma siamo sicuri che questo passo falso sarà un punto di ripartenza per una luminosa carriera). Dal lato organizzativo, si festeggia invece per la riuscita al cento per cento della manifestazione e per la capacità di gestire in corso d’opera le mille problematiche che un evento così grande presenta. Le lacrime di Robertina, purtroppo, sono l’immagine che non avremmo mai voluto mostrarvi di quest’ultima giornata. Troppo recente l’infortunio al piede sinistro per poter tornare straripante come quel giorno di febbraio che la proiettò nel paradiso del 4.60. Oggi la Bruni deve accontentarsi di un 4.15 che, fatto con un avvicinamento regolare agli Eurojunior, sarebbe stato un flop, ma realizzato con quindici giorni di preparazione è più che accettabile. Inutile nasconderlo: è comunque una delusione. Ma la sabina della Studentesca Cariri (o almeno lo sarà fino a stasera, da domani sarà forestale a tutti gli effetti) ha fatto il possibile e questa débâcle le insegnerà a gestirsi sempre meglio. Oro alla russa Litkovskaia con 4.30, argento alla belga Pluim, bronzo alla romana Sonia Malavisi, anche lei al di sotto di quanto ci si aspettasse. L’Italia chiude con otto medaglie (un oro, quattro argenti e tre bronzi). L’altra medaglia di giornata è il bronzo della 4×100. Pomeriggio condizionato dal maltempo, che non ha risparmiato nemmeno l’ultimo dei quattro giorni di competizioni. La tribuna Terminillo si era riempita ma poi il nubifragio delle 16.30 ha fatto scappare a gambe levate i parecchi reatini che finalmente avevano deciso di assistere dal vivo agli Eurojunior. Le prove in pedana hanno così subìto un cospicuo ritardo, in particolare quella dell’asta, cominciata cinquanta minuti dopo l’orario previsto. In serata la festa finale con gli atleti, le autorità e i volontari. Il loro contributo, insieme a quello esemplare del gruppo dei giudici, è stato fondamentale. Cose del genere a Rieti ne vedremo poche, pochissime, forse nessun’altra. Grazie a chi c’ha lavorato per anni: avete fatto un miracolo. (di Nazareno ORLANDI) Foto: Emiliano GRILLOTTI ©

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