“PENNA E CALAMAIO” DI MONICA PULITI

All’improvviso scopriamo che tutto ciò che fino a ieri era considerata una priorità assoluta per ridare ossigeno alle casse dello Stato – e al diavolo lo stravolgimento geografico dei territori e la conseguente perdita dei servizi per i cittadini -, tutto ad un tratto ha smesso di esserlo. Cosicché il riordino degli enti locali, e dell’accorpamento delle Province in particolare, può attendere. Come dire che i fiumi di parole che hanno riempito la bocca di politici, giornalisti e cittadini, con l’ampio dibattito che si è sviluppato negli ultimi mesi su una questione che avrebbe, per forza di cose, cambiato il corso degli eventi per molti territori, fiumi di parole resteranno. Caduto sotto i colpi degli emendamenti e degli ultimi, incalzanti fatti politici, il decreto sul riordino si è fermato in commissione Affari costituzionali del Senato, che ha deciso di non convertirlo. Rieti ha dunque salve la sua Provincia e la sua autonomia, che non saranno cancellate dall’accorpamento con Viterbo, area geografica con cui ci limitiamo a condividere pochi chilometri di territorio. Tutti soddisfatti? Probabilmente sì: cittadini e amministratori tirano un sospiro di sollievo perché perdere l’Ente Provincia avrebbe voluto dire perdere in parte la propria identità in un momento in cui il tessuto economico e sociale del capoluogo si sta disgregando a causa di una crisi economica che toglie il sonno e pure le speranze. E le necessarie economie di bilancio? Che fine faranno? Per il momento scopriamo che quelle legate al riordino degli enti possono attendere. Foto: RietiLife © 12 Dicembre 2012

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