“PENNA E CALAMAIO” DI MONICA PULITI

“Un fenomeno dilagante, una vera e propria emergenza nazionale e non solo”. Queste le parole con cui il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Rieti, Salvino Paternò, ha commentato l’ennesima operazione, “Ratti della Sabina”, portata a termine contro la criminalità organizzata rumena e, nel caso specifico, contro una banda di sette elementi che avevano fatto del Reatino – e della Sabina in particolare – la “loro” terra di conquista. Il blitz, con altrettanti arresti, ha posto fine a una sequenza impressionante di reati, fatti per lo più di furti in appartamenti e negozi e di ricettazione di mezzi agricoli, compiuti dal marzo 2011 al giugno scorso. Ma il caso della banda che rubava, smontava i pezzi della refurtiva nascosta e ritrovata dai carabinieri in due depositi a Santangelo Romano e a Colonna per poi farli partire per la Romania dove veniva riassemblati e messi in vendita, dicevamo, è solo l’ultimo di una lunga serie che vede, nel Reatino, le operazioni contro le bande predatorie di origine rumena, specializzate in furti e rapine, di gran lunga superiori a quelle contro la criminalità italiana. Altrove, anche nel Lazio, questo fenomeno si spinge oltre, fino alle violente rapine in villa di cui le cronache ci raccontano soprattutto dalle regioni del Nord Italia. Per di più la Romania non facilita il compito degli investigatori consentendo, attraverso una recente legge, a chi si sposa di acquisire il cognome della moglie: un vero ostacolo alle ricerche condotte su pregiudicati e latitanti. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 27 Luglio 2012

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