ELEZIONI, PAROLA ALLA STAMPA

Mario Bergamini – Caposervizio de “Il Messaggero”.

“L’è tutto da rifare”, diceva il toscanaccio Gino Bartali negli anni del dopoguerra. I più giovani, probabilmente, non avranno mai neppure sentito parlare del grande campione di ciclismo, famoso anche per la grande rivalità con Fausto Coppi. Un dualismo che all’epoca divise l’Italia intera. Una frase che in questa lunga vigilia delle amministrative ho sentito ripetere più volte e in varie occasioni e contesti, anche se con un dialetto diverso. “L’è tutto da rifare”. Ad essere franchi, non c’è molto di sbagliato in questa locuzione. Sarebbe però errato riferirla agli uomini e alla coalizione che ha governato Rieti negli ultimi diciotto anni – male per dovere di chiarezza – o ad un’opposizione che si è ricordata di essere tale solo a intermittenza o quando veniva toccata da interessi di parte da tutelare. Il problema non è questo, o meglio non è solo questo. C’è n’è un altro più profondo ed è quello relativo alla capacità di ricostruire una rete, un collegamento vero, funzionale ed efficiente tra la politica, chi amministra e la società civile. Si tratta di ricucire un rapporto ormai vicino al punto di rottura tra i cittadini e i partiti che si arrogano il diritto di rappresentarli in Parlamento o, nel nostro caso, a Palazzo di Città. E per farlo la strada è solo una: non cedere all’antipolitica, alla protesta, dura quanto volete, ma che resterà sempre fine a se stessa se non propone una via di uscita, un’alternativa seria, percorribile, praticabile. Anche minimalista, ma comunque concreta. Per prima cosa serve quindi andare a votare, non delegando ad altri il potere di scegliere, magari anche male. E votare chi, con maggiore credibilità di altri, si pone come il nuovo, colui che non ha precedenti con la politica o la gestione del potere. Si tratta di fare un atto di grande responsabilità, in primo luogo con se stessi, allontanando l’emotività dell’antipolitica imperante di questi tempi e scegliendo con la maggiore lucidità possibile colui che più di altri rappresenta un futuro percorribile, credibile, libero da vincoli e condizionamenti più o meno occulti, in questa città purtroppo presenti più che altrove. Foto: RietiLife © 4 Maggio 2012

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