MAXI SEQUESTRO DI THUN CONTRAFFATTI

Pubblichiamo il comunicato stampa della Guardia di Finanza di Rieti.

Sottoposti a sequestro 25.000 ceramiche Thun contraffatte e denunciate all’Autorità Giudiziaria i due responsabili per “Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi”, “Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno o di prodotti industriali” e “Ricettazione”. Nelle prime ore del 21 febbraio scorso, infatti, ha avuto termine una rilevante operazione della Guardia di Finanza di Rieti volta al contrasto della illecita immissione sul mercato di oggettistica del noto marchio Thun di Bolzano. Le Fiamme Gialle, a seguito di una capillare attività di intelligence, nei giorni precedenti avevano individuato sul territorio reatino il vero fulcro di smistamento di oggettistica Thun contraffatta, destinato a rifornire una imponente catena commerciale cinese dislocata su tutto il territorio nazionale. Alle ore 16:00 del 20 febbraio, quindi, è scattato il blitz presso l’esercizio commerciale facente parte della catena de qua sito in Cittaducale e, contestualmente, presso il deposito insistente in località Vazia. All’atto dell’accesso, le Fiamme Gialle hanno constatato la presenza di una mole di pezzi contraffatti di molto superiore a quanto ipotizzato nel corso dell’attività di osservazione, pedinamento e controllo svolta nei giorni precedenti tanto che, contattato l’ufficio legale della società bolzanina, la stessa decideva di inviare tempestivamente sullo scenario delle operazioni alcuni propri legali che giungevano in serata per eseguire una perizia attività durante. Proprio i suddetti legali riferivano, nella circostanza, che sulla base delle informazioni in loro possesso derivate da tutte le altre analoghe attività di Polizia Giudiziaria eseguite sul territorio nazionale, verosimilmente il magazzino scoperto dalla Guardia di Finanza di Rieti costituiva il vero centro di smistamento della merce in questione. Solo alle prime ore del 21 febbraio, infatti, hanno avuto termine le operazioni di conteggio degli oltre 25.000 pezzi sottoposti a sequestro e dichiarati dai legali intervenuti come “atti a trarre in inganno qualsiasi compratore medio”. I responsabili dell’esercizio commerciale e del deposito venivano denunciati alla locale Autorità Giudiziaria, come detto, per i reati di cui agli art.473, 474 e 648 del Codice Penale. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 24 Febbraio 2012

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