THE DAY AFTER DI FRANCO MONTORRO

Non siamo usciti a riveder le stelle, perché fuori dal PalaSojourner cadeva un pioggerellina gelata, però diciamo che sotto l’albero di Natale Rieti – che finalmente ha fatto la brava – trova un regalo meritato, battendo Francavilla e costringendo a solo 65 punti segnati una formazione che nelle ultime gare stava viaggiando con bottini maggiori. E per non essere buonisti a tutti i costi c’è da dire nel carniere dei pugliesi sono entrati negli ultimi tre minuti punti derivati solo da una difesa reatina allegrotta non appena avuta coscienza dello scampato pericolo. Eravamo infatti sul 67-51 per poi ritrovarsi in un amen sul 69-63, ovvero un parziale di 2-12 che deve far riflettere una squadra che tale deve essere per 40′ e non per 34 come è stato. Già, perché bisogna mettere nel conto anche lo 0-6 e poi il 4-12 delle prime battute, che sembravano una replica già vista, con tanto di canestro successivo allo scadere del primo quarto, con rimessa di Francavilla a 87 centesimi dalla sirena e schiaffo dell’ex di turno, Ferrienti. Andava peggio nel secondo periodo, con lo scivolamento nella mediocrità, per non dire di peggio, fino al meno 9 sul 25-34 poi suturato con un 6-0 che mandava al riposo con dubbi cospicui sull’efficacia offensiva vicino canestro, con un 9/24 (38%) abbastanza distribuito fra vari colpevoli. Terzo quarto se possibile ancora peggiore nei pressi dell’area colorata, ma con fine dell’emorragia nelle palle perse, supremazia a rimbalzo e abbozzo di quella che sta diventando una Rieti dalla fisionomia diversa. Perché il quintetto del break (Rossi, Zanatta, Genovese, Laudoni e Pugi) non è certo quello immaginato solo un paio di settimane fa: va apprezzato e motivato. Rossi con il canestro continua ad avere un rapporto contraddittorio (male: una volta sola, Luca), però si cala (bene bene) nella parte di playmaker con un Busca che “scende” a soli 23 minuti di impiego provando con scarsi risultati ad incidere di più al tiro. Zanatta gioca il suo minutaggio massimo stagionale e sfrutta in maniera soddisfacente la fiducia che gli concede Massimo Friso, (di)mostrando faccia tosta e coraggio nel tiro. Una sua bomba dà il la al momento migliore della Sebastiani e a referto mette anche due stoppate date. Genovese è più efficace oltre l’arco che vicino al tabellone, ma garantisce dinamismo. Laudoni al solito ci mette “anema e core” e gli si perdonano così certe incapacità di limitarsi, senza strabordare in movimenti atleticamente intriganti, ma cestisticamente eccessivi. Pugi: probabilmente alla migliore prestazione reatina, soprattutto in difesa; oculato nel non farsi prendere dalla tentazione del tiro dalla distanza; dominatore a rimbalzo. Oltre a questi cinque, detto di Busca e accennato ad un Vian poco più che comparsa anche per una scelta di Friso che ha volutamente puntato su quintetti più bassi, ecco Politi e Doretti. Zero minuti per entrambi, finiti in fondo alle rotazioni, al momento evidentemente elementi di complemento e forse nemmeno. Considerando che si tratta di due addizioni sul mercato e per ruoli da primo cambio, una bocciatura forse temporanea ma senza dubbi. Si era già visto a Pescara che il terzo lungo era diventato Vian ed è pensabile che con il rientro di Gallea, al di là di altre possibili e probabili operazioni in entrata, per Doretti gli spazi siano ridottissimi. Infine, Bagnoli. Tre canestri su 13 tentativi. Due soli punti nel primo quarto; altri due nel secondo; sei nel terzo; zero nell’ultimo perché sempre e solo a sedere in panchina. Al di là delle cifre, l’impressione di una fatica fisiologica a far parte di questa squadra che pure lo sostiene ed anche, fuori dal campo, di una ricerca di consenso motivata dall’evidenza stessa di una situazione difficile. Bagnoli non gioca come dovrebbe, è una pentola borbottante a cui la sufficienza che di default rimedia ad ogni partita non può e non deve bastare. Ha problemi fisici, ma li ha anche Pugi e ha soprattutto il dovere, al di là delle belle parole, di dimostrare con fatti belli che a questa Rieti sta dando tutto. Un tutto che va ben al di là delle cifre del tabelloni della domenica, per una squadra che più dei sui dieci comodi rimbalzi, ad esempio, vorrebbe contare sui suoi canestri facili, ma che invece oggi lui sbaglia, e su una maggiore attenzione difensiva. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 20 Dicembre 2011

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