THE DAY AFTER DI FRANCO MONTORRO

Una vittoria con i brividi finali, quella della Sebastiani a Campobasso: dal più 9 ad una manciata di secondi dalla sirena finale fino al più 2 attaccato da due triple consecutive dei molisani. Ci sta, in un torneo equilibrato, anche se non dovrebbe accadere in una partita dal punteggio basso, di prendere 7 punti consecutivi. Ma ci sarebbe un limite più chiaro: quello di non insistere nel tiro da 3, quando capisci che non è giornata e il 2 su 22 degli amarantoceleste fa tristemente coppia con l’1 su 17 nella disfatta con Martina Franca. Unica differenza: quella domenica la squadra di Avenia si dimenticò anche l’ABC della difesa; ieri sera l’ha interpretata spesso da manuale. Però bisognerà lavorarci su questo abuso dalla lunga distanza tanto più se, come ha detto l’allenatore reatino, le scelte di tiro sono state buone, né improvvisate né forzate. E’ giusto che un giocatore tiri quando se la sente, ma è altrettanto giusto e necessario che in campo e dalla panchina in situazioni di sterilità prolungata arrivi anche l’input a giocare la palla in maniera diversa. Dei singoli va elogiata la grande prova di Stefano Laudoni, una prova di maturità che ne conferma la progressiva crescita in giocatore di sostanza e non solo di apparenza, visto che è stato lui a guidare il break poi decisivo. Bene anche Gallea, anche se al giudizio su quasi ogni reatino bisogna togliere qualcosa in riferimento alla già documentata sterilità (e ostinazione) da tre punti. Bagnoli al solito ha fatto il totem dominante a rimbalzo, specialmente in difesa e alla fine è andato come di consueto in doppia doppia (punti e rimbalzi), ma offensivamente non ha avuto una gran media (4/11). Otto giocatori impiegati, con il soli Vian e Zanatta sotto i 20 minuti di impiego (19 e 7, rispettivamente). A proposito di Zanatta: sono state la sua e quella di Sottana le uniche due “bombe” messe a segno dalla Sebastiani nei 40 minuti. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 31 Ottobre 2011

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