THE DAY AFTER DI FRANCO MONTORRO

Un terremoto che ha distrutto però solo la costruzione più inutile: la troppa sicurezza. La sconfitta interna contro Martina Franca deve lasciare il segno. Meglio: l’insegnamento che in questo campionato nessuna partita è scontata e che l’avversaria peggiore per Rieti è lei stessa.Perché al di là del valore della formazione pugliese, la gara l’ha persa la formazione amarantoceleste con tutta una serie di atteggiamenti negativi, a partire dalla mancata reazione al primo break, quello 0-7 che poi ha segnato l’incontro, salvo l’illusoria rimonta sul finale di primo tempo.Facile annotare cosa non è andato: con 1/17 da tre punti, 17/31 ai liberi e 26 palle perse la questione potrebbe anche chiudersi qui, con il rammarico all’inverso di una netta supremazia a rimbalzo (37 a 26). Invece bisogna chiedersi perché è andata così, partendo dagli eccellenti giochi in pick&roll previsti da coach Meneguzzo ed eseguiti dai suoi e arrivando infine al nocciolo della questione: l’atteggiamento mentale sbagliato di tutta la squadra, che al primo ostacolo serio si è smarrita dietro e davanti.Soprattutto in attacco il trionfo dell’individualismo è diventata la disfatta del gioco di squadra. Ecco allora attacchi lenti e macchinosi, tiri affrettati allo scadere dei 24”, attacchi sprovveduti 1 contro 3, scarsissima qualità della circolazione di palla e, dico la verità, ad un certo punto perfino scelte di tiro semplici rifiutate per un passaggio in più. Magari “liberatorio”, per un compagno che magari non se lo aspettava o che era comunque in condizioni di attacco peggiori.Non salvo nessuno di ieri sera, perché si vince e si perde in 10 e perché ogni cifra del tabellino va interpretata nel contesto di quelle di squadra ed ogni rendimento va valutato nel suo complesso, ovvero tenendo conto anche del confronto con i compagni, non solo dello scontro con gli avversari.Bisognerebbe parlare anche degli altri e se lo si fa sempre di malavoglia, questa volta le note sono doverose. I signori Vittori e D’Arielli, forse condizionati dalla presenza sugli spalti del commissario arbitrale hanno messo in pratica quasi tutto il manuale della categoria, fischiando ogni genere di infrazione (tranne i 3 secondi) e facendolo spesso a sproposito. Se n’è giovata di più Martina Franca, il che non giustifica la sconfitta di Rieti, semmai ne amplifica i significati negativi, visto che è accaduto quello che non dovrebbe accadere mai, ovvero il mancato adeguamento al metro arbitrale e il susseguente nervosismo. Si spera e si crede non l’autogiustificazione per una sconfitta meritata, al di là di una coppia arbitrale che è riuscita a meritarsi un voto in pagella assai peggiore di quello del peggior amarantoceleste. Si spera solo che chi di dovere tenga conto dell’impreparazione di questa coppia no, se vogliamo, della sua incapacità ad arbitrare serenamente senza farsi prendere da una voglia che definire protagonismo è esagerato. Diciamo di strafare; e lo hanno fatto malissimo. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 10 Ottobre 2011

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