LETTERA DEL VESCOVO AGLI STUDENTI

Pubblichiamo la lettera del Vescovo Delio Lucarelli rivolta agli studenti reatini.

“Carissimi giovani delle scuole di Rieti, mi rivolgo a voi con piacere, ma anche con qualche preoccupazione, all’inizio del nuovo anno scolastico, che vi vedrà impegnati nell’apprendimento e nella crescita insieme ai vostri insegnanti e ai genitori. Dico insieme ai vostri insegnanti e genitori, perché essi – anche gli insegnanti e i genitori – pur avendo terminato da tempo i cicli istituzionali degli studi, seguendo la vostra istruzione e il vostro cammino, continuano ad apprendere e ad imparare: succede così a ciascuno di noi e di questo anch’io sono contento, perché nella vita abbiamo sempre l’opportunità di inoltrarci all’interno di mondi nuovi e affascinanti. Come molti sapranno i Vescovi italiani hanno dedicato questo decennio (2011-2020) al tema dell’educazione, perché per noi adulti è sempre più difficile entrare in relazione con le giovani generazioni, anzi più si allarga la forbice degli anni e più diventa difficile comunicare e quindi educare; a ciò si aggiunga che i mezzi di comunicazione che voi spesso utilizzate, che anzi sono il vostro ambiente vitale, a molti di noi sono pressoché estranei. Ma noi adulti sappiamo anche entrare in relazione con voi quando ci lasciate incontrare i vostri volti e le vostre necessità: lo abbiamo visto con la recente GMG di Madrid a cui ha preso parte il Pontefice Benedetto XVI e a cui sono intervenuti circa due milioni di giovani da tutto il mondo. Anche una folla sconfinata ha saputo intrattenersi con il Papa in una relazione calda e autentica; Egli ha detto parole forse già ascoltate, ma che conservano un fascino sempre attuale e coinvolgente. Tutti quei giovani, come tutti voi, sono la speranza della Chiesa e della Società, nonostante le crisi e le ombre che pure vi sono e che vi saranno sempre: noi dobbiamo lasciare a voi non un mondo senza crisi, ma un mondo in cui sia più facile gestire queste crisi. Ciò potrà essere fatto solo con un bagaglio di conoscenze e di valori che vi rendano forti nelle avversità, nelle difficoltà delle relazioni, delle condizioni economiche e sociali di ogni genere. Dicevo all’inizio che sono preoccupato per la scuola, perché come voi ben sapete la crisi economica del nostro Paese, come di tutta la cosiddetta eurozona, ha imposto tagli alle spese molto consistenti, cosicché molti insegnanti e lavoratori del mondo della scuola non avranno la possibilità di lavorare. Ma anche l’attività didattica risentirà negativamente di questo per l’aumento del numero di alunni per classe. Ciò renderà le cose più difficili: l’insegnamento che sarà impartito e anche l’apprendimento, delle nozioni e dei valori, del sapere, potremmo dire, e del sapore. Un sapere, cioè le nozioni, senza sapore, cioè i valori, è inutile, così come un sapore senza contenuto è fragile e vulnerabile. Spero che possiate e sappiate lavorare con impegno in questo nuovo anno scolastico che si apre e che vi lasciate educare, cioè condurre quasi per mano, ad assaporare il gusto della vita, di una vita buona, che per i credenti ha in Gesù di Nazaret la pietra angolare. A conoscere questo mondo e questa persona vi aiuteranno in tanti, soprattutto gli Insegnanti di Religione, che devono fare quella sintesi tra sapere e sapore, tra nozione e valore, forse più degli altri docenti; una sintesi che vi aiuti a capire il mondo, questo nostro vecchio mondo, reso ancor più complesso dalle nuove tecnologie e dai nuovi linguaggi, ma che cerca sempre Dio. Un augurio caro a voi e a tutto il personale della scuola, alle vostre famiglie e a tutti i vostri cari, per un anno scolastico ricco di frutti e di realizzazione dei buoni propositi”. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 21 Settembre 2011

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