VERITA’ SU MIA SORELLA, SCRIVETE A BENEDETTO XVI

(ANSA) – ROMA, 18 AGO – «Scrivete una lettera al Papa e chiedete la verità su mia sorella». È l’appello lanciato da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno del 1983 e mai ritrovata, che ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione coinvolgendo l’opinione pubblica. «Tra la gente – dice – l’attenzione per la vicenda di Emanuela è sempre altissima e gli attestati di solidarietà sono costanti, anche via internet. Ma la verità non c’è ancora. Per questo chiedo all’opinione pubblica di aiutarmi e di scrivere al Papa perchè il Vaticano faccia finalmente chiarezza». «Da anni – aggiunge – ho chiesto al Vaticano di collaborare per conoscere la verità sulla scomparsa di mia sorella, rompendo il muro di omissioni e depistaggi alzato fin dall’inizio su questa nostra tragedia familiare, che purtroppo è diventata anche una indecorosa pagina di storia italiana. Ora chiedo a tutti i cittadini di sostenermi in questa battaglia». Domani Pietro Orlandi sarà ad Amatrice (Rieti) per presentare il suo libro-denuncia ‘Mia sorella Emanuelà (edizioni Anordest), scritto con il giornalista Fabrizio Peronaci (l’appuntamento è alle 17.30 nel cinema-teatro Giuseppe Garibaldi). E in quest’occasione annuncerà l’avvio di una campagna di sensibilizzazione senza precedenti nei confronti della Santa Sede, attraverso il coinvolgimento diretto dell’opinione pubblica, per «arrivare finalmente alla verità. La nostra speranza – aggiunge Orlandi – è che chi sa qualcosa nelle alte sfere su quanto accadde 28 anni fa finalmente parli. Ritengo sia un dovere morale e, da recenti incontri che ho avuto anche in Vaticano, ho fondato motivo di ritenere che il muro di reticenza stia per sgretolarsi». Orlandi e Peronaci hanno già annunciato per settembre la nascita di un «Comitato per la verità su Emanuela Orlandi» aperto a semplici cittadini, personalità della cultura e dello spettacolo, esponenti politici e uomini di fede. Già lo scorso anno, come rivelato nel libro, Pietro aveva inviato una lettera privata a papa Benedetto XVI per chiedere «collaborazione» al Vaticano. «Non avendo avuto risposta negli ultimi tempi abbiamo intensificato gli appelli». «Io – spiega Pietro Orlandi – punto in particolare sulla pista di Bolzano, secondo la quale la ragazza fu portata in Alto Adige un mese e mezzo dopo il sequestro e da lì in Germania; punto sulle zone d’ombra nel comportamento dei Servizi segreti italiani, perchè il Sisde entrò nella partita lasciando in alcune chiese romane alcuni macabri messaggi a firma ‘Phoenix’). E sulle dichiarazioni di Alì Agca, che ho incontrato nel 2010 e che mi ha testualmente detto, in una conversazione che è stata registrata, che il rapimento di Emanuela ‘fu organizzato dal Vaticano in collaborazione con la Cia e con il Sismì ».

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