Aps, Uil: “Rieti sembra il Sahara. Turina si dimetta. Serve un nuovo management”

“A fronte delle smisurate risorse idriche del nostro territorio, Aps non ha offerto alcun segno di discontinuità con il passato, anzi. Se in precedenza avevamo assistito a una gestione a dir poco risibile, oggi neanche si riesce a soddisfare le elementari esigenze di fabbisogno delle popolazioni residenti in alcune aree del nostro territorio: da Girgenti a Sant’Elia, da Castelnuovo di Farfa a Salisano, è un costante lievitare di segnalazioni di rubinetti a secco. Pare quasi di trovarsi nel deserto del Sahara, quando al contrario galleggiamo sul più importante bacino di oro blu dell’Europa occidentale”. Lo dicono Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana, e Marco Palmerini, dirigente sindacale Uil delegato e responsabile delle partecipate reatine.

“Al di là del libro dei sogni di Aps che minimizza le criticità, apre sportelli, parla di futuro e non perde occasione per sostenere che tutto va bene – spiegano gli esponenti sindacali – la realtà di tutti i giorni è fatta di bollette salate per assetati cittadini. Questo accade oltre che per le tariffe lievitate, anche perché gli importi sono fatturati sulla base di algoritmi che esonerano in molti casi l’azienda dalla lettura dei contatori. C’è poi altro. Negli ermetici annunci di Acqua pubblica Sabina sembrerebbero in previsione consistenti investimenti, non meglio precisati, per circa 50milioni di euro oltre al completamento del piano di acquisizione dei vari servizi. Sono tutte tematiche che riguardano il sindacato confederale, struttura di rappresentanza di cittadine e cittadini sui quali gravano le scelte del management della società, che però preferisce sottrarsi al confronto costruttivo, richiesto e sollecitato da noi più volte. Tanto per fare un esempio: per la Uil è chiaro che l’acquisizione di altri servizi non può estromettere i lavoratori già impiegati su impianti o reti. Per Aps? Difficile saperlo, visto che si trincera nel silenzio”.

“Ormai è chiaro a tutti che l’autorefenzialità non è sinonimo di buona managerialità – concludono Paolucci e Palmerini – spesso serve soltanto a evitare confronti e a sottrarsi al dialogo. Ma può un management proseguire in questa direzione? Si può continuare a sostenere che tutto vada bene? Si può proseguire evitando il confronto con il sindacato confederale? No, non crediamo sia più possibile. È per questo che chiediamo al presidente Turina di dimettersi, di passare la mano, di lasciare spazio a un nuovo management che sia capace di tenere in equilibrio gli interessi e i bisogni della collettività. Aspettando questo passo, ormai necessario, riteniamo sia giusto che gli utenti destinatari di bollette salate con l’addebito di consumi presunti, effettuino l’autolettura e la comunichino per un giusto ricalcolo ad Aps attraverso i canali indicati sul sito della società. Il presidente Turina è ancora favorevole alla possibilità che l’accordo di interferenza d’ambito venga esteso alle opere sugli acquedotti, come dichiarato tempo fa sulla stampa? Sarebbe interessante saperlo perché anche questa opportunità, ridurrebbe gli sprechi, i costi di pompaggio dell’oro blu e indirettamente anche il costo delle bollette. Domande senza risposta perché Turina evita il dialogo. Tuttavia ci rivolgiamo a chi è preposto alle relazioni industriali in Aps, ricordando ancora una volta e ammesso che ce ne fosse bisogno, che la Uil di Rieti e della Sabina Romana è sempre aperta al dialogo, a patto che la società abbia il coraggio di confrontarsi, perché quando in ballo c’è la tutela dei diritti di uomini e donne, a nessuno facciamo sconti”.

Foto: RietiLife ©

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