“Per noi Carabinieri pochi dispositivi di protezione. Meno lungaggini nelle donazioni”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Gianluca Mancini, segretario del nuovo sindacato Carabinieri.

Egregio direttore, viviamo in un contesto storico critico, sofferente, con restrizioni lecite e legittime imposte da un decreto del presidente del consiglio dei ministri. Si invitano tutti i cittadini a stare nelle proprie abitazioni, uscire solo per comprovate esigente e necessità improrogabili, motivi di lavoro, salute, approvvigionamento beni di prima necessità. Il covid19 uccide! Bisogna tutelare noi stessi per tutelare gli altri, ovvero una comunità, un popolo. Noi Carabinieri come tutte le altre forze di polizia, forze armate, medici, infermieri, operatori sanitari in genere, non possiamo esimerci dall’essere al servizio del cittadino, lo facciamo per dovere, per vocazione, per amore verso il prossimo, quindi dobbiamo stare con le dovute attenzioni e cautele al servizio del cittadino in contatto di prossimità.

Il datore di lavoro in base alla legge 81/2008 è il responsabile della sicurezza nei posti di lavoro, nel nostro caso, quale Arma dei Carabinieri ricade sul comandante di Corpo tale responsabilità, inoltre il superiore in base all’art.725 lett. E f, del turom (testo unico, regolamento, ordinamento militare) deve garantire le condizioni di vita e di benessere del personale e la sicurezza, nella fattispecie deve assicurare il rispetto delle norme di sicurezza e di prevenzione per salvaguardare l’integrità fisica dei dipendenti.

Arrivo al punto: noi Carabinieri che operiamo su strada siamo carenti di dispositivi di protezione, mascherine, guanti, gel disinfettante, occhiali in plastica per la protezione oculare, abbiamo ricevuto come sindacato alcune offerte fatte da persone generose, dal direttore della Takeda di Rieti, dal segretario provinciale Ugl Utl Rieti, l’ultima in ordine di tempo è stata fatta il giorno 7 corrente mese da Marco Guadagnoli, già reduce da queste lodevoli iniziative di vicinanza. Lo stesso presidente dell’associazione volontariato ambulanze Città di Rieti ha donato al segretario provinciale di Rieti, Marco D’Ascenzi 650 guanti, 160 mascherine, 40 flaconcini di gel disinfettante, 1 flacone di gel grande e 10 kit completi di guanti, gel, calzari e mascherine, con preghiera di farle recapitare ai Carabinieri impegnati nella zona rossa, ovvero nel comune di Contigliano, il segretario Marco D’Ascenzi li ha donati a titolo personale al comandante della stazione competente per territorio, il luogotenente Amedeo Vallese. Nota dolente, in questo contesto, dove muoiono persone, altre sono intubate in terapia intensiva, molti sono positivi, sintomatici e asintomatici, alcuni comandanti dell’Arma, rifiutano i kit protettivi donati a titolo gratuito, dicendo che li hanno (purtroppo non sono mai sufficienti) oppure interpretando male le disposizioni date dai vertici. Tassativamente rifiutano, casi minori sono accaduti anche nella Provincia di Rieti, poi risolti con non poche difficoltà effettuando varie chiamate ai comandanti ai vari livelli. Caso grave è accaduto in Calabria, dove un comandante di compagnia ha rifiutato un ingente quantitativo di mascherine da parte di un commerciante cinese, fatto denunciato dal segretario regionale Calabria Nsc; episodio di una gravità assoluta che è stato portato all’attenzione dei vertici dell’Arma mentre ci tengo a segnalare il grande gesto del maresciallo aiutante Augusto Bianchetti, comandante del Nor compagnia di Cittaducale che ha acquistato di tasca propria gel disinfettanti per mani e superfici, guanti, mascherine, visiere in plastica, rotoli di carta, un grande gesto di vicinanza e di senso di responsabilità verso il personale dipendente.

Giova precisare che in un momento grave come quello che stiamo vivendo, bisogna mettere da parte la burocrazia, le visioni arcaiche e da protocollo. In ballo cari comandanti, c’è la vita dei vostri collaboratori, come ha ben spiegato il segretario generale Massimiliano Zetti. Le donazioni vanno accettate seguendo una semplice ma pur lunga procedura: chi viene a donare deve riempire un modulo e l’Arma deve fare gli accertamenti e constatare se lo stesso possiede i requisiti minimi per legge, altrimenti sempre le note operative dettate dal pacchetto d’ordine nr. 13, prevedono che i regali fatti a carattere privato dal collega oppure dal sindacalista si possono accettare e utilizzare e non c’è da effettuare nessuna procedura. Si possono indossare dispositivi di protezioni reperiti in proprio basta non abbiamo scritte pubblicitarie tranne il logo della ditta che le produce, quindi procedura rapida di distribuzione. C’è tanto da migliorare, buon senso. Meno forma più sostanza a favore della sicurezza e del benessere e del personale.

Foto: RietiLife ©

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