Poste, c’è carenza di personale. Sindacati in agitazione

“Partiamo dall’impegno assunto dall’Amministratore Delegato di Poste Italiane SpA, Matteo del Fante, a favore dei piccoli Comuni, di cui la nostra Provincia abbonda: ‘non chiuderemo più gli Uffici Postali nei Comuni con meno di 5.000 abitanti sostenendo così la crescita e lo sviluppo dei territori’. Impegno condiviso dalle nostre organizzazioni sindacali, quale realizzazione di un principio da sempre strenuamente sostenuto.  Oggi, purtroppo, non è così!” lo scrivono i sindacati UilPOste, Cigl Slc, Failp Cisal, Confsa, Ugl.

“Sempre più spesso i nostri Uffici Postali, pur avendo i battenti aperti, non erogano quei servizi indispensabili per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio: ecco allora che si opera soltanto in emergenza consegnando soltanto le raccomandate; ecco che non è possibile prelevare neanche 50 euro perché si opera soltanto virtualmente (carta di debito); – ecco che per fare una semplice operazione bisogna attendere delle ore per via delle interminabili file; e tanto altro. Tutti questi disservizi hanno un nome: carenza di personale. I lavoratori sono stremati: costretti a continui straordinari; costretti a stare da soli negli Uffici dove sono previste almeno due unità; obbligati alle continue sostituzioni senza averne la preparazione e la competenza; sottoposti a rischio continuo per la salute e lo stato psico-fisico, stritolati dalla morsa delle pressioni dei clienti, da un lato e dell’azienda dall’altro, che pretende prestazioni violando le norme contrattuali, financo violando la legge, soprattutto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.

“I nostri clienti, i nostri concittadini, sono sempre più insoddisfatti del servizio offerto e hanno ragione da vendere, ma non è più possibile riversare questo livore nei confronti di chi, ogni giorno, lavora dietro lo sportello in condizioni di lavoro non più tollerabili. Abbiamo bisogno del vostro aiuto – scrivono i sindacati – noi possiamo far sentire la voce accorata del lavoratore e abbiamo iniziato con una serie di assemblee in Sabina il 15 Gennaio e nel Reatino il 21 Gennaio, per poi aprire un conflitto di lavoro (27/01/2020) che sfocerà in un mese di sciopero delle prestazioni straordinarie e un giorno di sciopero generale, con conseguente manifestazione di piazza a Rieti. A voi rivolgiamo un appello affinché, quali legittimi portavoce dei cittadini, portiate nelle sedi opportune il lamento del territorio, al fine di poter ripristinare la quantità di lavoratori in grado di garantire tutti i servizi postali, per quella crescita e sviluppo del territorio più volte rimarcata dall’AD di Poste Italiane SpA. Per far sentire immediatamente la vostra voce avete a disposizione uno strumento diretto e veloce: [email protected], alla quale inviare le vostre richieste di immediato ripristino del personale, indispensabile all’erogazione dei servizi di un Ufficio Postale. Ringraziandovi per la cortese collaborazione, restiamo in attesa di conoscere le iniziative intraprese e ci rendiamo disponibili per ogni chiarimento”.

Foto: RietiLife ©

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