A Poggio Mirteto leggenda e gusto si uniscono. Ecco una delle perle della Sabina | Paese che vai

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) Dalla Porta Farnese alla cattedrale e la sua leggenda, dalla valle del Tevere alla montagna fino ad arrivare allo spazio, Poggio Mirteto ha tante cose da vedere ma tante anche da assaporare.

DOVE SI TROVA? – Poggio Mirteto sorge a 250 m s.l.m. nella valle del Tevere, precisamente su un colle a pochi chilometri dal fiume Tevere. Dista da Rieti 43 km ed è il terzo comune più popoloso della provincia con i suoi 6391 abitanti. Il sindaco Giancarlo Micarelli ci parla da Sindaco e da cittadino delle bellezze conservate nel proprio territorio: “Le attrattive caratteristiche di Poggio Mirteto sono la chiesa di San Paolo risalente al 1200, quella di San rocco e quella di San Giovanni al cui interno vengono conservati i dipinti del 1600. Importante inoltre è la parte storica del paese e la sua cattedrale, risalente al 1600-1700, anch’essa molto importante per i dipinti che vi sono conservati. Il territorio è caratterizzato dalla montagna ma anche dalla valle del Tevere, dalla quale esso si distende lungo le colline, fino ad arrivare alla parte più alta del comune: per tutto questo il lato paesaggistico di Poggio Mirteto è molto attrattivo. Da visitare c’è anche il vecchio castello, in cui ora è ubicata la sede vescovile. Molti sono i ristoranti tipici del nostro territorio che conservano i sapori della tradizione: chi visita Poggio Mirteto non può mancare all’assaggio del Cacio Magno, un formaggio di cui il comune ha ottenuto il riconoscimento di prodotto di origine controllata comunale. Il Cacio Magno è famoso in tutta Italia, è stato portato all’Expo e per le sue particolari caratteristiche è stato inoltre studiato per andare nello spazio, cosa che poi è effettivamente avvenuta”.

QUANDO NASCE? Il nome di Poggio Mirteto, deriva dal latino podium che sta per luogo elevato, mentre per la seconda parte il riferimento è Myrtetum che equivale a luogo ricco di mirti. La storia di Poggio Mirteto prende avvio nella prima metà Duecento, quando gli abitanti dei castelli vicini si riunirono, per ragioni difensive, sull’altura sulla quale il comune sorge. Diversi studi sono arrivati a stabilire il duecento come anno di nascita, dopo diverse peripezie. Mirtetum è ricordato per la prima volta nel 988 in un documento dell’Abbazia di Farfa sebbene fino al 1294 non venga ricordato quale castello o città, infatti non vi è citazione che lo riguardi all’interno dei testi farfensi di Gregorio di Catino, databili al 1130. La prima citazione sembrerebbe dunque essere quella offerta da alcuni documenti della chiesa romana di S. Andrea de Aquariciaris, datati appunto 1294 in cui sembrerebbe che si possa attribuire la fondazione della città ad un Riccardo di Pietro di Giaquinto, appartenente ad una famiglia imparentata con gli Orsini e che comunque fu signore della città stessa. Da questa fonte, però, Poggio Mirteto appare già del tutto strutturata e munita di torri e porte. Sembrerebbe quindi che la città fosse stata fondata poco dopo il 1250. Successivamente, Poggio Mirteto fu in possesso della potente famiglia Farnese, per essere poi infeudato dalla Camera apostolica agli Orsini, ai Mattei, ai Bonaccorsi e tornare, infine, sotto la giurisdizione dello stato pontificio che ne fece un capoluogo distrettuale e sede di un giudice avente gli stessi poteri del pretore nell’ordinamento giudiziario italiano. Nell’Ottocento, Poggio Mirteto si andò affermando come il principale centro economico e culturale della zona ed ebbe parte ai moti per l’unità d’Italia. Gregorio XVI conferì a Poggio Mirteto il titolo di città nel 1837. Il 24 febbraio 1861, nel cuore dei tumulti italici per l’unificazione nazionale, a Poggio Mirteto, che si trovava ancora a far parte dello Stato Pontificio, scoppiò una rivolta popolare originata dalla decapitazione di un suddito del Papa. I rivoltosi inviarono una delegazione a Rieti, dove il 27 febbraio 1861 il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli, Commissario Generale dell’Umbria, decretò l’annessione di Poggio Mirteto al nascituro Regno d’Italia. La sua Banda partecipò al seguito di Giuseppe Garibaldi alla sfortunata Campagna dell’Agro Romano per la liberazione di Roma del 1867.  

COSA VEDERE? – Poggio Mirteto propone al visitatore un interessante salto nel passato, attraverso i suoi monumenti, sia ecclesiastici che civili. Nel nucleo dello stupendo borgo medioevale si entra attraverso la Porta Farnese, il suo stile rinascimentale è impreziosito da elementi del barocco. Questa si chiamò anche Porta di Piazza ed era una delle quattro Porte che si aprivano nel recinto difensivo di Poggio Mirteto. Fu aperta nel 1400 insieme alla Porta di Sotto poiché aumentarono le abitazioni. La porta apre sulla piazza principale, conosciuta con il nome di Piazza Martiri della libertà, si tratta di una piazza di forma trapezoidale che rappresenta il centro della vita cittadina. Su di essa si affacciano la chiesa di San Rocco, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e il palazzo municipale. La chiesa di San Rocco, speculare a Porta Farnese, domina dall’alto la piazza con la sua scalinata cintata. Originariamente era una piccola cappella che, intorno alla metà del XVI secolo, venne demolita e al posto della quale, fu edificato (nell’anno 1779) l’attuale edificio dall’architettura quasi circolare. La Cattedrale, realizzata tra l’anno 1641 e l’anno 1725, presenta forme monumentali settecentesche con una facciata in cotto. Essa dispone di tre navate di notevole pregio artistico e nelle cappelle laterali sono notevoli un Transito di San Giuseppe, un Battesimo di Cristo, una Madonna in trono. Inoltre vi è custodita una croce processionale del ‘500. Ciò che si narra in merito a questa croce ha tutto il sapore della leggenda. Si racconta, infatti, che la croce fosse appartenuta precedentemente alla Basilica di San Giovanni in Laterano. Dopo il “Sacco di Roma”, gruppi di militari riuscirono a trafugare dalla Basilica alcuni oggetti di culto, rinvenuti poi nelle campagne di Poggio Mirteto. I sacerdoti dell’allora Collegiata di Poggio Mirteto, venuti a conoscenza del fatto, intuirono la provenienza degli oggetti e si affrettarono a restituirli a chi di dovere. Per premiare un tale atto di correttezza, il Capitolo di San Giovanni volle donare alla Cattedrale la croce professionale, capolavoro di oreficeria di inestimabile valore artistico e religioso. Suggestivo e delizioso lo scorcio offerto dalla Cinquecentesca Torre dell’Orologio, la quale custodisce gelosamente le campane del 1290 che erano originariamente posizionate nella Chiesa dedicata a San Paolo eretta nel XIII secolo. Questa chiesa che si trova molto vicina alla piazza centrale è a navata unica e presenta quattro archi a sesto acuto e notevoli affreschi di cui i più importanti si trovano nel vano absidale, nella controfacciata e nella terza campata a sinistra. Visitare Poggio Mirteto però non significa solo visitare i tipici luoghi d’interesse, imperdibile è sicuramente la passeggiata tra le vie del centro storico alla ricerca dei sapori di un tempo che il paese vuole esaltare, tra questi sapori è di spicco quello del famoso olio della sabina, da sempre un vanto del territorio. 

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Il prossimo 8 dicembre si terrà la sedicesima edizione del Mercatino di Natale, dove si troveranno esposti oggetti di antiquariato, artigianato e prodotti locali. Negli stessi giorni si svolgerà anche la sedicesima edizione della Sagra della Padellaccia. Uno dei principali appuntamenti del comune è sicuramente la Sagra della bruschetta che si tiene l’ultima domenica di Febbraio, atta proprio ad assaporare il buon olio della sabina. Poggio Mirteto è anche conosciuto però per un’altra celeberrima festa, ovvero il carnevale liberato che si tiene la prima domenica di quaresima, si tratta di una festa che celebra i fatti realmente accaduti nel 1861 e che hanno fatto sì che Poggio Mirteto potesse uscire dalla sovranità dello Stato Pontificio. In estate si svolge poi la Rassegna del grande cinema italiano, si tratta di un evento della durata di 15 giorni in cui il cinema fa da padrone e in cui vengono proiettati i grandi film della stagione cinematografica precedente. Che sia per un evento, una festa o una passeggiata Poggio Mirteto chiama il turista ad assaporare la sua storia e la sua genuinità che non può essere semplicemente descritta a parole ma che va conosciuta e provata.

Foto: RietiLife ©

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