Perde la causa e spara per uccidere l’avvocato: terrore per il giudice di pace di Poggio Mirteto

(r.l.) Quanto accaduto ieri pomeriggio a Monterotondo ha dell’incredibile: colpi di pistola contro un avvocato 66enne, Antonio Di Silvestro, da un uomo che ha perso una causa legale con l’assistito di Di Silvestro. Di Silvestro è uscito illeso, ma sono stati veri attimi di paura come racconta stamattina Il Corriere di Rieti e della Sabina. Vicino al legale si è stretta tutta Poggio Mirteto: “Di Silvestro è una persona squisita – spiega a RietiLife, Giancarlo Micarelli – siamo molto legati a lui qui a Poggio Mirteto in quanto svolge attività di giudice di pace da molti anni. Siamo attoniti per quanto gli è capitato”. Vicinanza dimostrata dalla città mirtense con una nota social: “Il Sindaco e l’amministrazione comunale esprimono la solidarietà e la vicinanza all’Avv. Antonio Di Silvestro vittima di un attentato alla sua vita, ieri a Monterotondo, che fortunatamente lo ha visto illeso. L’Avvocato Di Silvestro ricopre la funzione di Giudice di Pace nel nostro ufficio, ed è presente in sede almeno due giorni alla settimana. Condanniamo il gravissimo fatto e l’assurdo di rischiare la vita per esercitare con professionalità il proprio lavoro”. Il Corriere ricostruisce la vicenda sul quotidiano in edicola oggi, proponiamo l’articolo.

(dal Corriere di Rieti) Pomeriggio da incubo a Monterotondo Scalo in via Col di Lana dove un uomo, U.P. di 76 anni, ha esploso 3 o 4 colpi di pistola cercando di colpire un avvocato di 66 anni, Antonio Di Silvestro, nel cortile della sua abitazione. L’anziano da circa 10 anni era in causa con un cliente assistito da Di Silvestro per una questione di confini di terreni lungo la via Nomentana. Dopo anni di battaglie legali ad avere la meglio è stato il cliente di Di Silvestro. U.P. non ha accettato questa sentenza e ieri, nel primo pomeriggio, ha atteso che Di Silvestro uscisse dalla propria abitazione.

A quel punto ha estratto l’arma ed ha cominciato a sparare. Di Silvestro si è nascosto dietro l’automobile parcheggiata nel cortile della sua abitazione. Il malintenzionato ha sparato almeno due colpi nel tentativo di colpirlo. Poi l’avvocato è scappato verso la strada ed U.P. ha quindi esploso almeno un altro colpo che ha colpito la vetrata delle Poste. A quel punto l’aggressore è fuggito mentre le persone presenti, sia quelle del bar accanto all’abitazione del legale che lo stesso Di Silvestre, hanno chiamato le forze dell’ordine. Intervenuti prontamente sul luogo della sparatoria, i Carabinieri, grazie alla descrizione che era stata fatta loro dai testimoni presenti, sono riusciti a fermare l’uomo mentre cercava di scappare prendendo un autobus. In un cespuglio vicino, sempre grazie alle testimonianze raccolte, i Carabinieri, coordinati dal tenente Danilo Passi, hanno rinvenuto una pistola, una Beretta Calibro 765, presumibilmente con la matricola abrasa.

“Mi trovavo in garage e in quel momento passava mio zio Antonio – racconta Marco, nipote dell’avvocato – l’ho salutato e dopo poco ho sentito dei rumori molto forti. Erano degli spari e subito dopo la gente ha cominciato ad urlare. Sono uscito fuori ed ho visto il portoncino del palazzo bucato dal proiettile. Sono uscito verso le strada ed ho sentito altri due spari. Ho visto mio zio Antonio sconvolto che diceva “chiamate i carabinieri”. Quell’uomo lo stava aspettando fuori dalla nostra casa, come lo ha visto ha cominciato a sparare. Quando mio zio è scappato l’uomo, dal cortile di casa, ha sparato ancora verso la strada. La gente era nel panico. Alcune persone si sono rifugiate denteo casa nostra”. L’avvocato Di Silvestre, incredibilmente, dopo il fatto si è recato a lavoro: “Doveva parlare con dei clienti” ha raccontato la figlia Camilla.

“La causa con quell’uomo dura da dieci anni – ha raccontato Camilla, anche lei avvocato – già altre volte questo signore è venuto qui dove abitiamo, è entrato nel nostro cortile ed ha rigato l’automobile di mio padre, bucando anche le ruote”. Portato in Caserma, U.P. avrebbe detto ai Carabinieri che l’avvocato l’avrebbe rovinato, riferendosi ancora alla questione del confine dei terreni. Il 76enne, in serata, è stato trasportato a Rebibbia. La Procura di Tivoli ha aperto nei confronti dell’uomo un fascicolo con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo d’armi.

Foto: dal web ©

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