Muore il padrone, il cane Serafino aspetta il “suo” Sergio in chiesa nel giorno del funerale

(di Christian Diociaiuti) Lo sguardo è uno di quelli di chi pensa “Non mi avete detto tutto“. Serafino se ne sta steso all’ingresso della chiesa di Quattro Strade. Sì, proprio lì. Oggi. Pancia a terra, muso sul marmo. Un “inciampo” nero e peloso con le zampette sfumate di bianco. Lui, Serafino, aspetta. Serafino è un po’ il cane di tutto il quartiere. Ma non solo. E la risposta alla domanda “Cosa ci fai tu qui?” arriva presto: Serafino aspetta il “suo” Sergio, 81 anni, da tempo malato e morto nell’affetto dei suoi cari, tre figli e una moglie a piangerlo. Sergio Cervelli non torna più: oggi pomeriggio Quattro Strade gli ha reso l’ultimo omaggio dopo una vita di amici, famiglia, lavoro.

Ma vallo a spiegare a Serafino che Sergio non tornerà. Lui sta lì: “Sergio, dov’è Sergio?” sembra dire a chi passa accanto a quell’inciampo nero e peloso sulla porta della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Anche il prete, Don Mariano, se n’è accorto di Serafino: “Serafino è arrivato anche mezzora prima di Sergio” dice rincuorando familiari e amici.

Serafino è stato adottato da Sergio il quale, un giorno, ha deciso di aprire le porte di casa e il suo cuore a quel quattro zampe nero e peloso che arrivava dal canile. Oggi Sergio non c’è più, ma Serafino non smette di essergli riconoscente. Forse non ha capito o non vuole capire cosa sia successo: Serafino tanto bene ha fatto con la sua vicinanza a Sergio. E allora Serafino aspetta. Pancia a terra, muso sul marmo.

Foto: RietiLife ©

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