“Terremoto di Amatrice dalla stessa faglia che spaccò il Colosseo”

(da Repubblica) La notte del 24 agosto 2016 un potente terremoto ha scosso gli Appennini in Centro Italia, facendo crollare interi paesi ed uccidendo 299 persone. Altri terremoti si sono susseguiti nelle settimane successive. Circa 25.000 persone hanno perso la propria casa. Secondo Paolo Galli, geofisico del Dipartimento della Protezione Civile e altri, che hanno pubblicato un articolo su “Tectonics”, il giornale dell’Unione dei Geofisici Americani, il terremoto ha avuto origine dalla faglia del monte Vettore, che i geologi hanno scoperto non essere così dormiente come si era creduto fino a quel momento.

Immaginate la loro sorpresa quando si sono accorti, usando nuove informazioni e dati raccolti negli ultimi 20 anni, che la faglia del monte Vettore era stata responsabile di un terremoto che nel 443 d.C. aveva colpito il Centro Italia, spaccando il Colosseo e altri monumenti di Roma.

La faglia era conosciuta e si sapeva anche che aveva causato un terremoto importante 1576 anni fa, ma la cosa non era stata correlata al terremoto più recente. Secondo i nuovi studi, negli ultimi 9000 anni, il sistema geologico della faglia avrebbe prodotto sei eventi in superficie, inclusi il terremoto del 443 d.C. e quello del 2016. In pratica, il sistema del monte Vettore ha le caratteristiche per produrre un terremoto di magnitudo 6.6 della scala Richter più o meno ogni 1800 anni, secolo più, secolo meno.

Anche se quello del 443 d.C. non fu l’unico terremoto a colpire Roma, l’evento è rimasto famoso per avere danneggiato, oltre al Colosseo, diverse tra le prime chiese cristiane della città, inclusa la Basilica di San Paolo Fuori le Mura, la prima versione della quale fu costruita dall’imperatore Costantino per segnare il punto dove era la tomba di San Paolo. La chiesa fu consacrata nel 324. Nel 2016, è stata nuovamente danneggiata: una crepa si è aperta nella facciata e alcuni cornicioni sono caduti dal soffitto.

Anche la Basilica di San Pietro fu danneggiata nel 443 d.C. Gli effetti del terremoto di allora sulla città di Roma sono stati ampiamente documentati, ma nei territori più vicini al monte Vettore invece, non si trova alcuna traccia storica o resoconto delle scosse, anche se già all’epoca la zona era abitata.

Foto: RietiLife ©

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